ANALIZZIAMONE I BENEFICI
Del dottor Giorgio Rossi
Negli ultimi anni la curcuma si è guadagnata la fama di rimedio universale, buono per tutti i mali , vera propria panacea.
Molto apprezzata non solo nelle cucine di tutto il mondo, ma soprattutto per le sue doti benefiche sulla salute, tanto da guadagnarsi il titolo di superspezia ed entrare, a pieno titolo, nel gota delle spezie della salute con la sua sostanza attiva : la curcumina..
Almeno 10 sono i benefici riconosciuti alla regina delle spezie:
è un potente alimento per il cervello in grado di rallentare l’invecchiamento delle cellule cerebrali, utile nell’Alzheimer;
può prevenire e combattere il cancro in quanto inibisce la riproduzione cellulare ed ha un effetto anti-angiogenetico, ovvero inibisce la produzione dei vasi sanguigni tumorali;
riduce i rischi di malattie cardiovascolari rafforzando il rivestimento dei vasi sanguigni e riducendo i livelli di colesterolo;
contribuisce alla perdita di peso in quanto vine inibita la capacità delle cellule adipose di assorbire sostanze nutritive;
migliora le nostre attività digestive stimolando la cistifellea nella produzione degli acidi biliari;
combatte la flatulenza;
combatte il diabete moderando i livelli di glucosio nel sangue;
ha qualità antiinfiammatorie e antisettiche;
aiuta a combattere la depressione;
ottimo per sbiancare i denti ( nonostante il suo colore ocra).
Ma il castello costruito intorno alla “regina” della medicina naturale potrebbe essere di carta e crollare di fronte a una semplice, ma finora ignorata verità: dal punto di vista molecolare la curcumina con si comporta come un farmaco e quindi non può agire come tale.
E’ quanto afferma un gruppo di chimici dell’Università del Minnesota in un articolo pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry; tutto nasce dal comportamento ambiguo della spezia dorata , abile a far credere di essere ciò che non è.
La proprietà indispensabile affinché una nuova molecola, con presunte capacità terapeutiche, è rappresentata, secondo gli scienziati, dalla capacità di realizzare un legame con i siti specifici delle proteine coinvolte dalla malattia. Questo rappresenta il primo passo del lungo percorso verso un nuovo farmaco.
Tale legame si evidenzia con l’emissione di luce fluorescente.
I ricercatori del Minnesota hanno evidenziato che la curcumina ha il potere di diventare fluorescente in modo naturale indipendentemente dal legame con la proteina.
Infatti la curcumina, secondo i chimici del Minnesota, viene così a far parte di quelle sostanze note come PAINS ( pan-assay interference compaunds), ovvero composti responsabili di provocare delle interferenze negli esami di laboratorio, capaci di falsare i risultati tanto da far scambiare per farmaco ciò che diventa fluorescente.
Così la curcumina è stata capace di ingannare per anni anche gli occhi esperti di numerosi ricercatori, infatti a suo favore esistono miglia di studi e più di 120 trial clinici.
Sicuramente merita il primo premio nelle gara delle molecole trasformiste.