UNO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI PISA PROVEREBBE UNA CORRELAZIONE TRA L’ USO DI DOPAMINO-AGONISTI E LA COSIDETTA “SINDROME DI OTELLO”
La gelosia è un complesso sentimento, caratterizzato dalla percezione della potenziale minaccia di poter perdere una relazione affettivo-comportamentale. Rappresenta una reazione molto complessa, derivante da processi cognitivi relativamente poco chiari, che da tempo ha attirato l’interesse di entrambi psichiatri e psicologi. Le informazioni viaggiano all’interno del sistema nervoso sotto forma di segnali elettrici detti impulsi nervosi che partono dal corpo cellulare del neurone e percorrono l’assone arrivando alla terminazione nervosa. Il passaggio di tali impulsi da un neurone all’altro è possibile grazie alle sinapsi e ad alcune sostanze chimiche da esse rilasciate chiamate mediatori chimici o neurotrasmettitori (che trasformano l’impulso elettrico in segnale chimico). Alterazioni in determinate aree del cervello, deputate ai processi cognitivi ed affettivi, porterebbero alla gelosia compulsiva che può trasformarsi in un’ossessione maniacale, sfociando talvolta in episodi di violenza.
Ricercatori dell’Università di Pisa hanno preso in esame dei pazienti affetti da schizofrenia, alcolismo e morbo di Parkinson nei quali sono molto comuni le manifestazioni di gelosia delirante, in particolare nei soggetti che soffrono di morbo di Parkinson e che sono curati con farmaci che incrementano la produzione di dopamina, per verificare la frequenza della gelosia patologia e delle allucinazioni. Lo studio inoltre ha studiato un’eventuale correlazione di queste manifestazioni con l’uso di dopamino agonisti. Le allucinazioni si manifestano nel 24% dei pazienti, mentre la gelosia patologia è meno frequente, nel 2.5% dei pazienti. Lo studio ha stabilito che vi è una stretta correlazione tra gelosia patologia e uso di dopamino agonisti, con un aumento del rischio di comparsa di 18 volte, mentre le allucinazioni non sarebbero correlate all’uso di questa classi di farmaci. La gelosia delirante è associata a comportamenti aggressivi come lo stalking, il suicidio o l’omicidio, e sarebbe legata ad uno squilibrio di una specifica area del cervello.
Diversi studi, condotti in diversi paesi, hanno sottolineato che la gelosia è presente ovunque, anche se il livello differisce da una società all’altra. Le radici neuronali di questa sindrome detta “di Otello” si troverebbero in un’area della corteccia frontale, una zona del cervello che sovrintende complessi processi cognitivi e affettivi. Lo studio, pubblicato sulla rivista CNS Spectrums, è solo all’inizio, il prossimo passo da compiere è quello di stabilire quando lo squilibrio biochimico alla base di un’eccessiva gelosia si trasforma in un’ossessione che porta a compiere gesti estremi.
Presso la Mayo Clinic di Rochester (USA) sono stati analizzati sette casi di pazienti parkinsoniani non dementi in terapia con dopamino agonisti che hanno sviluppato l’idea fissa che il coniuge fosse infedele senza motivo. In tutti i casi la fissazione è cessata con la sospensione del dopamino agonista. Se infatti la gelosia è un sentimento del tutto naturale, il punto è individuare lo squilibrio biochimico che trasforma questo sentimento in un’ossessione pericolosa. Pensare che la relazione con la persona amata sia l’unica cosa importante della propria vita, interpretare erroneamente i comportamenti e i sentimenti del partner e percepire la sua perdita come una totale catastrofe sono ad esempio sintomi che alla fine possono portare a comportamenti aggressivi ed estremi. È interessante sottolineare che il sistema dopaminergico svolge anche un ruolo importante nella eccitazione sessuale e performance sessuali.