DOPO L’ENNESIMA BAGARRE IN AULA, ORA IL TESTO PASSA ALL’ESAME DEL SENATO
di Alessia Rondelli (praticante avvocato presso lo studio legale RPC)
ROMA, 09 FEBBRAIO 2014- Il decreto carceri approvato lo scorso 17 dicembre dal Consiglio dei Ministri approda a Montecitorio, scatenando una nuova bagarre in aula. A manifestare espressamente il loro dissenso sono i deputati della Lega Nord, da sempre sfavorevoli a questo decreto da loro considerato un indulto mascherato. Durante le dichiarazioni di voto i leghisti hanno esposto uno striscione con su scritto: “Criminali in galera”, un chiaro messaggio rivolto al ministro Cancellieri presente in aula. Ma la protesta non si è fermata qui: il deputato Buonanno nel corso del suo intervento ha esposto un cartello con la scritta “Pd complice dei mafiosi”, il quale è stato poi invitato a lasciare l’aula.
L’ostruzionismo dell’opposizione tra Lega Nord e M5S continua, lo scopo è quello di far decadere il decreto che scade il 21 febbraio prossimo, per questo hanno presentato ben 120 ordini del giorno. Nonostante i lavori alla Camera siano stati di molto prolungati a causa della valutazione di tutti gli ordini, la votazione finale ha decretato l’approvazione con 296 si, 183 no e 2 astenuti.
Le accuse mosse sono pesanti, si ritiene che le novità introdotte da tale decreto siano solo volte a far uscire dal carcere più detenuti possibili compresi i mafiosi, insomma una sorta di indulto mascherato. Opposta la visione del Pd che ritiene il testo, ora passato al Senato, un buon punto di equilibrio tra garanzie umanitarie ed esigenze di sicurezza, non c’è alcun cedimento nei confronti dei delitti gravi e di mafia, nessuna liberazione automatica.
A ben vedere le ‘misure urgenti in materia dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria’ non prevedono alcun automatismo. L’ampliamento dell’accesso alle misure alternative e del periodo di liberazione anticipata non rappresentano benefici diretti, riconosciuti in via automatica a tutti coloro che rientrano nei limiti oggettivi previsti. Rimane essenziale la fase di valutazione del caso concreto nel suo complesso al fine di distinguere i soggetti meritevoli della concessione, usando come indici la pericolosità sociale e la buona condotta. Inoltre è stato votato l’emendamento abrogativo della liberazione speciale anticipata per i condannati per mafia e per altri gravi delitti, ai quali tale beneficio non verrà quindi applicato.
L’effetto che si persegue con tali misure è sicuramente quello di far diminuire la popolazione carceraria proprio in vista del raggiungimento di quegli standard europei da tempo non rispettati dall’Italia, che per questo è stata più volte sanzionata. Si è cercato quindi di realizzare tale opera prevedendo meccanismi di lotta al sovraffollamento carcerario pensati in modo tale da rispettare comunque sia i principi generali del nostro sistema penale che la sicurezza pubblica. Inoltre bisogna tener conto anche del contesto di assoluta urgenza dell’adozione di misure ad hoc perché ormai la situazione delle carceri italiane è al collasso, bisogna intervenire nell’immediato, con oggettività cercando la soluzione di compromesso più adeguata possibile.
Ora la palla passa al Senato che ha tempo fino al 21 febbraio per esaminare il testo e apportare eventuali modifiche, concludendo così la fase di conversione in legge.