Londra celebra il suo “duca bianco” David Robert Jones , in arte David Bowie, e lo fa con una retrospettiva intitolata “David Bowie is” in programma presso il Victoria & Albert Museum dal 23 marzo al 20 luglio 2013 (per informazioni sulla mostra http://www.vam.ac.uk/).
Da pochi giorni dunque la mostra è aperta al pubblico e già in prevendita sono stati venduti più di 50 mila biglietti.
Per la prima volta più di 300 pezzi dell’archivio personale dell’artista (che conta più di 60 mila oggetti) possono essere ammirati dai fan ma non solo: scenografie, copertine di album, testi scritti a mano, scalette di concerti, strumenti, fotografie, film, video, vestiti di scena tra cui quello famoso a strisce dell’Aladin Tour del 1973 e quello disegnato da Freddie Burretti con cui si esibisce nel brano “Starman”, primo singolo dell’album di Ziggy Stardust.
Ed ancora estratti di film originali e performance dal vivo, collaborazioni con altri artisti e designer che hanno reso Bowie un’icona musicale ma anche culturale degli ultimi 50 anni.
La mostra, curata da Victoria Broackes e Geoffrey March, con la collaborazione di Gucci, ripercorre un cinquanttennio di trasformazioni di Bowie che ha da poco compiuto 66 anni e ha lanciato un nuovo album “The next day”.
Quarant’anni fa David Bowie saliva sul palco con capelli lunghi, arancioni, trucco molto vistoso, body a strisce di seta, stivaletti di pelle rossa. Il pezzo “Starman” entrava subito nella hit parade inglese e la sua immagine anticonformista rimaneva impressa nella pellicola della storia.
A quarant’anni da quell’evento l’arte di David Bowie è ancora più aperta al grande pubblico, una consacrazione per rendere omaggio al ruolo significativo ed influente che ancora oggi Bowie ha nel panorama musicale ma in generale dell’arte intesa nel significato più ampio.
Un anticonformismo quello del “duca bianco” che viene consacrato, finalmente, anche a livelli alti e che non viene solo osservato da lontano ma ammirato da molto vicino, chi visita la mostra può entrare il più possibile nella parte più intima e personale di un uomo, di un artista che ancora oggi sa disegnare la differenza.
Il titolo della mostra è molto semplice, diretto e di impatto, “David Bowie is”-“David Bowie è”.
Non c’è bisogno di specificare cosa sia. Lui “è”.
VALENTINA COPPARONI