LONDRA, 16 OTTOBRE ’12 – Migliaia di lepidotteri veri sono stati i protagonisti assoluti dell’opera “In and Out of Love” dell’artista Damien Hirst, esposta presso la Tate Modern di Londra. Due stanze, quelle della struttura londinese, senza finestre dove le farfalle hanno mangiato, volato e dato vita ad un’opera d’arte unica e bellissima. La mostra, durata 23 settimane, è stata visitata da quasi 3mila persone al giorno e si annovera tra le più popolari della Tate Modern.
“In and Out of Love”, tuttavia, non è stata apprezzata da tutti: l’artista e l’opera sono finiti al centro di una furiosa polemica con le associazioni per la protezione degli animali che denunciano la morte di 9mila esemplari utilizzati per l’esposizione. Farfalle sacrificate all’arte o semplicemente farfalle sacrificate? Per gli animalisti indubbiamente la seconda opzione. Dati alla mano le associazioni rivelano che ogni settimana, delle 23 totali della mostra, circa 400 lepidotteri venivano rimpiazzati perché deceduti a causa dei visitatori che le hanno calpestate oppure le hanno mortalmente ferite per scrollarsele di dosso. Si tratta di esemplari tropicali molto delicati che di norma vivono fino a nove mesi a meno che non le si chiusa in una galleria d’arte dove raramente superano i due giorni. Sul piede di guerra la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, associazione animalista britannica: “Ci sarebbe una rivolta popolare se la mostra coinvolgesse altri animali, come i cani”. Dal canto suo la galleria si difende spiegando che i lepidotteri hanno trascorso in un ambiente adatto a loro la fase conclusiva del loro ciclo vitale.
Non è certo la prima volta che Hirst utilizza animali morti per le sue opere d’arte: nel 1995 gli venne consegnato il Turner prize per una mucca e un vitello tagliati a metà ed esposti in vasche piene di formaldeide. Due anni fa per la tela dal titolo “I Am Become Death, Shatterer of Worlds” aveva usato migliaia di ali di farfalle morte, l’opera gli è valsa la bellezza di oltre 2 milioni di sterline. E ancora: è stata acquistata all’asta per 500mila sterline la bicicletta che Hirst aveva realizzato per il campione americano Lance Armstrong in modo che la usasse per la tappa finale del Tour de France nel 2009. La bici venne donata al ciclista dopo aver sconfitto il cancro ed ha il telaio interamente ricoperto di ali di farfalle morte. Tutte realizzazioni definite “barbare, sadiche e raccapriccianti” dagli animalisti.
Animalisti ma anche semplici cittadini e critici d’arte contro un’altra opera di Hirst. Questa volta gli animali non c’entrano: Verity è una statua di bronzo alta 20 metri per 25 tonnellate, raffigurante una donna incinta che brandisce una spada sopra la testa. Una parte del corpo mostra i muscoli e i tessuti sottopelle. La scultura è stata sistemata sul porto della cittadina britannica di Ilfracombe con il beneplacito di due consiglieri cittadini che la considerano un’ottima idea per attirare turisti. Di tutt’altro avviso i cittadini e il critico d’arte Julian Spalnding che accusa Hirst di comportarsi “come la mafia” e cioè “facendo a Ilfracombe un’offerta che i consiglieri trovano difficile da rifiutare, ma devono essere consapevoli degli artisti concettuali che offrono doni, quando in realtà stanno offrendo un calice avvelenato”.
ELEONORA DOTTORI