“L’humour è l’antidoto per tutti i mali.
Credo che il divertimento sia importante quanto l’amore. Alla fin fine, quando si chiede alla gente che cosa piaccia loro della vita, quello che conta è il divertimento che provano, che si tratti di corse di automobili, di ballare, di giardinaggio, di golf, di scrivere libri.
La vita è un tale miracolo ed è così bello essere vivi che mi chiedo perché qualcuno possa sprecare un solo minuto! Il riso è la medicina migliore”
IL 28 maggio è un compleanno davvero molto speciale. Patch Adams, all’anagrafe Hunter Campbell Adams, nasce a Washington il 28 maggio del 1945 ed è considerato a tutti gli effetti il padre di una terapia molto particolare chiamata “comico – terapia” , “clownterapia” o “terapia del sorriso”
Patch, parola che in inglese significa “cerotto” o “medicazione”, diviene popolare in tutto il mondo anche grazie ad uno straordinario film del 1998 basato sulla sua vita ed interpretato sullo schermo da un grandioso Robin Williams (film in realtà non particolarmente apprezzato da Adams perché a suo dire lo rappresentava come un comico senza evidenziare il suo impegno sociale).
Dopo un’adolescenza vissuta tra Germania, Texas, Giappone ed Oklahoma durante la quale a soli 16 anni perde il padre, la sua storia comincia proprio da un ospedale. Un ospedale psichiatrico dove viene ricoverato da adolescente dopo aver tentato il suicidio, un gesto estremo dovuto alla depressione che lo colpisce anche se cosi giovane. Mentre si trova ricoverato nel buio del suo male trova ugualmente lo spirito e la voglia di aiutare il suo compagno di stanza Rudy ed è forse in quel momento che capisce di avere un dono veramente speciale, quello di creare un filo comunicativo con le persone basato sull’empatia ed il sorriso. Sì proprio il sorriso nonostante tutto.
Quell’esperienza in parte cosi difficile e dolorosa lo guida verso un futuro professionale e personale decisamente originale. Decide infatti di studiare medicina al Medical College in Virginia ma è già da quegli anni inizia a trovare alcuni ostacoli da parte del mondo accademico che non accetta il modo rivoluzionario con il quale Patch Adams vuole curare i pazienti.
“La medicina è uno scambio d’amore, non un business. L’antidoto a tutti i mali è l’umorismo”
Questo pensiero diventa ben presto la sua guida nelle scelte di vita e professionali; dopo la laurea trasforma la propria casa in una clinica aperta a chi soffre e grazie all’aiuto di un gruppo di volontari riesce a prestare cure in modo gratuito a circa 15 mila malati e nel 1977 compra anche un terreno nel North Carolina per realizzare il progetto di una clinica vera e propria (che vista dall’alto addirittura deve riprodurre la sagoma di un clown).
“Lo humour è un eccellente antidoto allo stress. Poiché le relazioni umane amorevoli sono cosi salutari per la mente, vale la pena sviluppare un lato umoristico. Ho raggiunto la conclusione che l’umorismo sia vitale per sanare i problemi dei singoli, delle comunità e delle società.
Sono stato un clown di strada per trent’anni e ho tentato di rendere la mia vita stessa una vita buffa. Non nel senso in cui si usa oggi questa parola, ma nel senso originario. “Buffo” significava buono, felice, benedetto, fortunato, gentile e portatore di gioia. Indossare un naso di gomma ovunque io vada ha cambiato la mia vita”
Per Patch Adams è importante creare soprattutto un rapporto medico-paziente basato sull’allegria e la massima complicità e per questo decide di dedicarsi alla lettura anche di molti libri sulla felicità e amicizia.
Sempre con un’unica idea in testa fonda l’associazione Gesundheit Institute (“Istituto della salute”), una struttura sanitaria alternativa per la libera assistenza sanitaria, una casa aperta a tutti in cui sperimentare nuovi programmi educativi e diffondere nuovi modelli di organizzazione sanitaria gratuiti.
All’ingresso dell’Ospedale si può leggere questa frase:
“Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità – dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti”
Secondo il pensiero di Patch Adams il vero scopo del medico non è (solo) quello curare le malattie, piuttosto quello di prendersi cura del malato. E’ evidente come tale concezione appaia molto lontana dalla concezione più tradizionale della medicina, ne stravolge alcuni dei concetti cardine e lo rendono quasi un rivoluzionario e forse anche molto scomodo. Ma a Adams questo non importa piuttosto in maniera sempre più convinta viaggia in tutto il mondo per far conoscere la sua teoria sul potere terapeutico del sorriso e il progetto del suo ospedale. Tra i suoi obiettivi c’è anche il c.d. “Clown One”, un aereo pronto ad atterrare in caso di emergenza umanitaria.
I suoi viaggi e le conferenze rendono la sua idea di medicina famosa in tutto il mondo. Il 20 aprile 2007 gli viene conferita la laurea honoris causa in pedagogia dall’Università di Bologna e nel 1997 riceve un premio per la Pace.
Patch crede che il medico debba aumentare, quando è possibile, qualità della vita dei pazienti e quando non è più possibile per rendere meno dolorosa la morte.
“Quando ero studente di medicina, non ho mai assistito a una lezione sulla morte. Questa è una trascuratezza grave. La gente muore. Le vite sono distrutte dalla paura che ciò avvenga e le famiglie sono devastate quando succede. Ciononostante, l’istruzione medica la ignora. I medici non sono qui per prevenire la morte! La cosa più triste è sentir dire al medico che non c’è più nulla da fare. È un difetto della medicina moderna.”
Per questo Adams crede che chi si trova sul punto di morte debba sentirsi amato e circondato da familiari ed amici.
Parch Adams è oggi attivo in più di 64 Paesi dove soprattutto insegna. Durante un tour nel 2010 in varie università italiane ha detto “Tutto il mondo è in grande sofferenza, c’è bisogno di giustizia e pace. L’amore è un concetto che si è perso. Non è solo un sentimento, non è una bella sensazione nella pancia, ma una materia complessa, intelligente e importante“.
“Bisognerebbe insegnarlo nelle scuole, un’ora al giorno, cinque giorni a settimana, per tredici anni, come la matematica. Io intanto insegno ai dottori la cura del malato. L’assistenza e la compassione. Elementi necessari, come le medicine, più delle medicine. La soluzione a una malattia non può essere in una pillola. Nei primi 12 anni del progetto pilota ho visitato circa 15mila persone nel mondo e non ho mai prescritto uno psicofarmaco“.
Non so se la categoria “diritto alla cultura” sia la categoria adatta per parlare di Patch Adams ma forse la sua “cultura” della diffusione del sorriso come antidoto al male o comunque come aiuto per la guarigione merita di essere ricordata.
Il sorriso è contagioso ed è un contagio che tutti vorremmo avere.