MORIRE PER UNA MALEDETTA GUERRA AD ANNI DI DISTANZA
di Dott. Giorgio Rossi (Oncologo)
L’anno scorso di questi tempi ha fatto emozionare moltissime persone l’appello su Facebook per aiutare il maresciallo dei granatieri di Sardegna malato di cancro dopo la partecipazione alla missione militare nei Balcani , riapre una spinosa e dolorosa questione non ancora del tutto risolta riguardante i danni alla salute indotti dall’uranio impoverito usato a scopo bellico .
Dodici anni fa nel 2001 cominciano ad ammalarsi o a morire di cancro alcuni militari italiani di ritorno dalle missione nei Balcani. Sotto accusa sarebbero i bombardamenti della NATO effettuati tra il 1995 e il 1999 su Bosnia Erzegovina , Serbia e Kosovo, con proiettili all’uranio impoverito. Da allora è una battaglia tra chi nega l’esistenza di una correlazione tra l’esposizione all’uranio impoverito e chi sostiene il contrario .
L’uranio impoverito ( Depleted Uranium-D.U.) è ottenuto come scarto del procedimento di arricchimento dell’uranio. La miscela di due isotopi , Uranio -235 e Uranio-238 , costituisce l’uranio arricchito usato come combustibile nelle centrali nucleari .Quello che resta dopo la combustione è principalmente uranio-238 e costituisce il DU che viene conservato in cilindri stoccati all’aperto in relativa abbondanza dato che da più di 40 anni si accumula nei depositi di scarto radioattivo in diversi paesi al mondo primi tra tutti U.S.A. e Russia seguiti , a grande distanza , da Francia regno Unito , le nazioni ove più alto è il numero di centrali nucleari . Le sue principali caratteristiche sono : la sua alta densità che si traduce in un elevatissimo peso specifico , il basso costo , come detto la relativa abbondanza , la duttilità e la capacità di assorbire radiazioni .
Il DU è un metallo pesante debolmente radioattivo e con un tempo di dimezzamento estremamente lungo. Viene utilizzato anche per scopi civili soprattutto per la schermatura dalle radiazioni e come contrappeso in applicazioni aerospaziali e navali .
Il suo uso militare riguarda le munizioni anticarro ; negli anni 60 le forze statunitensi iniziarono ad interessarsi a questo tipo di arma costruendo un proiettile penetrante sparato dagli aerei d’attacco al suolo capace di attraversare i veicoli dotati di corazzatura , accendersi spontaneamente ed infine esplodere con la polverizzazione della maggior parte dell’uranio con una ricaduta in un raggio di circa 50 metri . Questa polvere che ricade al suolo costituita da nano-particelle può essere inalata , ingerita ,penetrare attraverso ferite, trasportata con il vento , assorbita dal suolo , raggiunge l’acqua ed entrare così nella catena alimentare, con un meccanismo di azione responsabile dei danni alla salute non tanto dovuto alla radioattività , che come detto è particolarmente debole , quanto invece al carattere prettamente chimico. Tra i militari italiani reduci della campagna in Bosnia si sono verificate malattie tumorali specie leucemie e linfomi , ma anche tumori solidi ed accanto a questi malattie non tumorali ma altrettanto gravi come danni renali irreversibili ed ad altri organi .
Altrettanto preoccupanti sono i dati che provengono dall’altra parte dell’adriatico dove dopo la guerra è stata effettuata una importante azione di bonifica dei territori coinvolti con il ritrovamento e lo stoccaggio di numerosi proiettili all’uranio impoverito e con decine di tonnellate di terra contaminata sotterrate in luoghi posto sotto sorveglianza . Emblematici risultano i dati raccolti presso la città di Hadzici una località a 27 chilometri da Serajevo ove i bombardamenti della NATO con proiettili all’uranio impoverito sono stati particolarmente intensi ed ove secondo le autorità del luogo comprese le associazioni scientifiche come l’Associazione Nazionale del Cancro particolarmente numerosi sono stati i casi di tumori verificatesi nella popolazione affermando che i tempi di latenza di tumori solidi indotti dal DU arrivano a 15 anni ed 8 anni per Leucemie e Linfomi e proprio queste malattie hanno avuto un picco nel 2006.
Nel marzo del 2006 in Italia venne istituita dal Senato della Repubblica una commissione d’inchiesta per valutare la situazione tra i militari reduci dalle missioni nei Balcani ma anche tra quelli di stanza nei poligoni di tiro . Dopo una prolungata valutazione dei dati epidemiologici disponibili e di altri dati scientifici forniti dagli esperti , tra cui la così detta Relazione Mandelli dal nome dell’esperto ematologo nazionale , ove in realtà era emersa una certa maggiore incidenza di Leucemie e Linfoma di Hodgkin , la commissione raggiunse la conclusione che non si poteva affermare con assoluta certezza il rapporto tra causa ed effetto , ma che in considerazione del particolare degrado ambientale ove si erano svolte le missione veniva comunque ammesso il criterio di probabilità e conseguenzialmente la possibilità da parte dei militari e dei loro familiari di accedere agli strumenti di assistenza e di risarcimento previsti dalla legislazione vigente .La commissione raccomandava di proseguire con i rilievi per poter raccogliere una maggior quantità di dati epidemiologici risultati non sufficienti anche per la carenza nel territorio nazionale dei Registri Tumori . Stessa conclusione e stessa situazione nelle regioni balcaniche .
Pertanto al di qua e al di là dell’Adriatico le popolazioni stanno ancora aspettando risposte certe .
Recentemente l’Associazione Vittime dell’Uranio mediante lettera inviata ai Presidenti di Camera e Senato , Pietro Grasso e Laura Boldrini, chiede una nuova commissione d’inchiesta che possa spiegare i 200 morti e i 2500 malati dell’Italia .
Salve,
ormai attendono solo che la quantità multeplice massiva si vada man mano ad estinguere, siamo stati trattati come animali anzi peggio. Non meritavamo questa fine. Sperando che non essendoci nessuna giustizia in terra un giorno arrivi quella Divina.
Lorenzo, se vuole raccontarci la sua storia possiamo darle voce…. Grazie comunque per il commento. T.R.