A MILANO UN CONVEGNO DAL TITOLO “LAVORARE DURANTE E DOPO IL CANCRO, UN RISORSA PER L’IMPRESA E PER IL LAVORATORE”
del dottor Giorgio Rossi (oncologo)
18 maggio 2014- Il 12 maggio scorso si è tenuto a Milano presso l’Università Statale il convegno dal titolo “Lavorare durante e dopo il cancro, una risorsa per l’impresa e per il lavoratore” che fa fatto d’apertura ai lavori della IX Giornata Nazionale del Malato Oncologico. Questo Convegno è nato per affrontare le tematiche relative a conciliazione tra lavoro e malattia, la work-health balance.
Ben il 78% dei malati oncologici subisce un cambiamento nel lavoro in seguito alla diagnosi di cancro: il 36,8% deve fare assenze, il 20,5% è costretto a lasciare l’impiego e il 10,2% si dimette o cessa l’attività. Pochi interessati conoscono e utilizzano le tutele previste dalla legge per facilitare il mantenimento e il reinserimento: solo il 7,8% chiede il part-time, un diritto di cui è possibile avvalersi con la legge Biagi, poco meno del 12% beneficia dei permessi retribuiti (previsti dalla legge 104/1992) il 7,5% utilizza i giorni di assenza per terapie salvavita e il 2,1% i congedi lavorativi. Tale situazione riguarda anche i caregiver; coniugi,figli,genitori o parenti dei malati impegnati nell’assistenza del loro congiunto con ripercussioni su attività lavorativa e conseguenti introiti economici. Anche loro ricorrono troppo poco agli strumenti legislativi e regolatori: il 26% utilizza i congedi lavorativi e solo il 7% le varie forme di part-time, verticale e orizzontale, con riduzione proporzionale dello stipendio, previsto dai commi 2 e 3, art. 12 bis D.Lgs. 61/2000.
In questa ottica, nel Convegno di Milano è stato presentato il progetto denominato “ Pro Job: lavorare durante e dopo il cancro” proposto dalla Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMaC), dall’Università di Milano, dall’Istituto Nazionale Tumori(INT) di Milano, e dalla Fondazione Insieme Contro il Cancro. “Pro Job” nasce con l’intento di promuovere l’inclusione dei lavoratori malati di cancro nel mondo produttivo, sensibilizzando il managment a creare per il malato condizioni ottimali nell’ambiente di lavoro, agevolare i lavoratori che hanno parenti malati a conservare il lavoro grazie alle tutele normative vigenti, disincentivare il ricorso a procedure inadeguate per fronteggiare le conseguenti difficoltà sul lavoro. Secondo il sondaggio Piepoli-AIMaC il 91% delle persone malate vuole continuare a lavorare ed essere parte attiva della società. I dati dell’indagine Censis-FAVO evidenziano, però, che le forme di gestione flessibile per conciliare lavoro e cure oncologiche sono ancora poco note e non influiscono in modo significativo sulla vita dei molti pazienti coinvolti. Evidenze scientifiche dimostrano che il lavoro aiuta a seguire meglio i trattamenti ed è fondamentale, pertanto, non escludere i malati dal mondo produttivo anche se è evidente che, nonostante gli sforzi di adattamento dei pazienti, non sempre si riesca ad affrontare il lavoro come prima della diagnosi.
Nel 2013 in Italia si sono registrate 366 mila nuove diagnosi di tumore e sono state stimate circa 700 mila persone con diagnosi di cancro in età produttiva; il fenomeno ha pertanto una forte rilevanza socio-economica.
Il progetto “Pro Job” tende a rendere le aziende consapevoli dei bisogni emergenti dell’individuo per rispondere in modo adeguato recuperando professionalità preziose che altrimenti rischiano di andare perse con conseguente danno per la produttività dell’impresa stessa.
Nella speranza che non si verifichino più fatti come quello recente di una donna licenziata per assenteismo dopo essere sparita per mesi dall’ufficio a causa di un tumore che doveva curare e poi fortunatamente salvata dalla generosità di 200 suoi colleghi che le hanno regalato un giorno di ferie a testa consentendole di avere ancora tempo per il completamento delle cure.