1^ PUNTATA – Lo chiamano, a buon ragione, il Paese del Sorriso ed effettivamente la prima cosa che colpisce un turista in Thailandia non può che essere la straordinaria cortesia ed ospitalità di un popolo che, sicuramente, ama divertirsi e che frutta le sue potenzialità al meglio. Storia, cultura, arte e religione vengono “insaporite” dal carattere dei thailandesi che anche se rischiano di perdere la metropolitana, e dover aspettare il giro successivo, non perdono l’occasione per dare una mano quando ti vedono aprire una mappa della città.
Siamo a Bangkok, città che raggiunge i 13milioni di abitanti circa durante il giorno quando le strade si popolano di gente che va a lavorare. Una città enorme, collegata con sky-train e poche fermate della metropolitana che, infatti, stanno per essere intensificate visto che è impossibile descrivere a parole il traffico nelle ore di punta (basti pensare che pedoni, motorini e biciclette sfilano sui marciapiedi poiché tra una macchina e l’altra è praticamente impossibile divincolarsi). Muoversi da soli in una città così imponente non è affatto difficile: i thailandesi, anche giovanissimi, parlano inglese in modo fluente e, come detto, sono disponibilissimi a fornire indicazioni. Bangkok è in continua crescita, decine i palazzoni in costruzione e gli alberghi che spuntano come funghi altissimi circondando zone residenziali che sembrano “incastrate” dalla loro imponenza. Per tutta la città campeggiano gigantografie del re Rama IX, della dinastia Chakri fondata nel 1782. I thailandesi, spiegano le guide, amano il loro re e per questo lo onorano tappezzando la città con la sua immagine. Il futuro della dinastia potrebbe destare qualche sorpresa: Rama IX non godrebbe di ottima salute e la successione al trono potrebbe non essere scontata.
Anche la religione, il Buddhismo è quella più diffusa, ha un ruolo dominante come dimostrano i centinaia di templi e altarini sparsi in tutto il Paese, isole comprese. “Il Buddhismo è una filosofia – ci spiegano – I monaci vivono in povertà e grazie alle donazioni dei cittadini”. Capita spesso, infatti, di vedere monaci rasati e vestiti dell’inconfondibile tunica arancione bussare porta a porta, soprattutto la mattina presto, per ricevere cibo e acqua. Spostandosi nell’isola di Kho Samui, nel Golfo di Thailandia, le gigantografie del Re sono sempre più sporadiche mentre l’immagine del Buddha è ovunque.
Rimaniamo, però, a Bangkok. Un tour classico della città permette di visitare il palazzo reale, i numerosi e splendidi templi e anche il suggestivo mercato galleggiante al quale consiglio di arrivare con le motolance (poiché se non sbaglio si può arrivare anche via terra) che attraversano villaggi costruiti a bordo del fiume. Sarà così possibile avere un’idea più chiara di come vivono i thailandesi in questa zona del paese, uno spaccato incredibile rispetto alle caotiche strade del centro città. Bangkok di notte è il mercato notturno di Patpong (contrattare nei mercati thailandesi è un obbligo): la merce non è di qualità (per chi cerca capi firmati il centro della città è pieno di centri commerciali) ma l’atmosfera è unica e il divertimento assicurato; decine di locali a luci rosse (alcuni espliciti altri camuffato dietro la scritta “massage”, fare un massaggio thailandese è consigliatissimo) ma anche un fiume di persone intente a vendere qualsiasi cosa o a convincervi ad entrare in un locale per bere o mangiare qualcosa. Se il tempo lo concede consiglio un giro alla Thompson House, la casa museo del commerciante di seta, prodotto che la Thailandia esporta in tutto il mondo. L’incantevole giardino è una boccata d’ossigeno dal traffico e dal caldo torrido, immancabile tutto l’anno.
ANDREA TARABU’