DAI DATI DEL CENTRO PER L’IMPIEGO DI ANCONA
– ANCONA – di Giampaolo Milzi – Discriminati come minimo due volte, dalla sorte malevola che ha imposto loro un handicap, e soprattutto dall’impossibilità di lavorare anche quando c’è una specifica legge che – in una Repubblica italiana teoricamente fondata proprio sul lavoro – il lavoro dovrebbe garantirglielo. Accade alle persone disabili, anche in un’area più o meno corrispondente a quella della provincia di Ancona. Lo dicono i dati aggiornati al 28 ottobre 2014 per il settore privato e al 31 dicembre 2013 per quello pubblico. Forniti finalmente dalla sede del Cento per l’impiego (Cpi) di Ancona alla cellula di Ancona dell’associazione Luca Coscioni, tramite l’ente Provincia. Numeri ottenuti dalla Coscioni con grande difficoltà, dopo richieste reiterate per molto tempo, quasi si trattasse di un segreto di Stato. Numeri indegni di un paese civile per il mancato rispetto dell’art. 3 della legge 68 del 1999 sull’inserimento occupazionale mirato dei disabili. Eccoli: nel settore pubblico ben 233 assunzioni mancate sulle 915 imposte (il 25,46/%); in quello privato 273 su 628 (43,47%). Anche se il dato riguardante il privato va “alleggerito” da un lato perché per 39 imprese l’obbligo è sospeso dalla stessa legge 68 in quanto colpite da stato di crisi (cassa integrazione, fallimenti, concordati, mobilità incorso, gli esempi più ricorrenti). Dall’altro perché altre16 si sono impegnate, in base ad un accordo col Cpi, ad 89 assunzioni di disabili spalmate negli anni: 65 imprese hanno assicurato di regolarizzarsi entro la fine dell’anno scorso (ma non abbiamo una verifica ufficiale in proposito),
alcune entro il 2015, altre entro il 2016, una entro il 2018).
In teoria dovrebbe essere il settore pubblico a dare l’esempio. non è così. La prima maglia nera, su 58 soggetti complessivamente censiti, la indossa paradossalmente il comparto sanitario baricentrico su Ancona: con l’Asur Marche in difetto per 63 scoperture su 215 assunzioni dovute, l’Azienda Ospedali Riuniti con 77 su 179, l’Inrca con 14 su 33. La seconda va alle sedi ministeriali: 8 mancate assunzioni su 15 per gli Interni, 7 su 13 per la Difesa, 10 su 15 per Beni e attività culturali. Maglie scure anche per la Regione Marche, in deficit di 12 scoperture su 72, e per l’ente Provincia di Ancona, con posti negati a 5 disabili su 30 aventi diritto. Promossi i Comuni, con la grave eccezione di quello di Jesi, che è in regola con la legge a metà, visto che deve assumere ancora 10 soggetti sui 20 d’obbligo.
Nell’area del privato sono state censite 111 attività imprenditoriali, alle quali sono imposte quote diverse a seconda che abbiamo da 15 a 36 dipendenti, da 36 a 50, o oltre 50 (dispensate quelle sotto i 15). Nel triangolo industriale a sud di Ancona vanno segnalati come esempi più eclatanti: 1 caso di irregolarità a Castelfidardo, quello della Silga spa con 6 scoperture su 17, 2 casi a Camerano, riguardanti la Giorgio Prati, con 3 mancate assunzioni su 4, e la Roccheggiani spa con 3 su 8; legge “dimenticata” anche dalla Fietramosca spa di Agugliano e dalla Geo spa con sede centrale a Roma, entrambe con 3 su 5.
Molte le grandi aziende sospese dall’obbligo a causa di crisi, alcuni esempi: ad Ancona il Corriere Adriatico, Fincantieri, CNR; e poi l’Api e Aerdorica di Falconara Marittima, Banca dell’Adriatico, Fag di Osimo, Telecom. E molte, anch’esse grandi, quelle impegnatesi a mettersi in regola con le assunzioni: come Acraf Angelini e Impresa Verde Marche ad Ancona; Guerini, Garofoli,Gidea e Comelit srl a Castelfidardo; LM F.lli Monticelli e Sogemi di Osimo
“Questi dati denunciano in modo evidente la negazione ai disabili del fondamentale diritto al lavoro”, commenta Renato Biondini, segretario della cellula Ancona dell’associazione Luca Coscioni.
E si chiede: “I sindacati hanno qualcosa da dire? Com’è possibile che avvenga tutto questo nel silenzio e nell’omertà generale? Perché gli uffici provinciali preposti non riescono a far rispettare le prescrizioni della legge 68 sull’inserimento lavorativo dei disabili?” Poi un’accusa alle associazioni dei disabili: “Quelle che sapevano hanno taciuto, chissà come mai…”. “Noi non ci rassegniamo a questa situazione di illegalità – continua Biondini – a questa congiura del silenzio, perché si tratta di una iniquità che va contro la nostra Carta Costituzionale, il diritto comunitario, la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, le leggi dello Stato italiano e la giustizia sociale. Se la normativa va cambiata si cambi, ma non può essere disattesa!” Infine un appello: “Ci rivolgiamo a tutti i cittadini e in particolare alle persone con disabilità: ribelliamoci a questa situazione di illegalità, dobbiamo denunciare il comportamento di quelle istituzioni che negano i nostri diritti, non siamo sudditi ma cittadini, la legge è dalla nostra parte, facciamoci sentire!”
Per maggiori informazioni:
www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/ai-disabili-negato-il-diritto-al-lavoro (elenco completo dei dati del Cip) –www.associazionelucacoscioni.it/cellulaancona –
Renato Biondini, tel, 339/6035387
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)