Ci sono molti modi di comunicare il divieto di gioco d’azzardo ai minori e il rischio dipendenza. Quello attuale, affidato ai concessionari, è il peggiore.
di avv. Osvaldo Asteriti **
Il divieto di gioco d’azzardo, non di gioco, di gioco d’azzardo ai minori e il rischio che tutti corrono, minori e maggiori di età, di sviluppare una pericolosa dipendenza rappresentano gli aspetti più importanti del fenomeno azzardo. Tanto che la stessa legge impone di informare i giocatori.
Nonostante ciò, esiste in merito ad essi un grave deficit informativo, dato che la comunicazione, affidata agli stessi concessionari, è caratterizzata esclusivamente da una ossessiva pubblicità di prodotto, in cui rileva la mancanza di qualunque strumento di cautela o l’applicazione di qualsiasi principio di precauzione, in un settore che pure comporta gravissime implicazioni personali.
La pubblicità dei giochi d’azzardo, invece, viene trasmessa in maniera regolare e massiccia in televisione, fino a ieri su tutte le reti e a qualsiasi ora, oggi senza limiti sulle reti televisive tematiche, comprese quelle dedicate allo sport, sulle radio nazionali e locali, mentre per le reti generaliste, la pubblicità è permessa prima delle 7 di mattina e dopo le 22.
I dati sul gioco d’azzardo e sulla sua deriva patologica, il GAP, impongono l’esigenza di una reale campagna di informazione, a favore di tutti coloro che si avvicinano all’azzardo, senza essere messi in grado di conoscerne implicazioni e pericoli, soprattutto i minori, per i quali il gioco d’azzardo è vietato affatto.
I giovani sono un target importante, strategico per i monopoli, destinatario di apposite campagne pubblicitarie per avvicinarli al gioco d’azzardo. Come dimenticare, ad esempio, La sciagurata campagna “giovani e gioco”, o la pubblicità “La prima volta non si scorda mai”, in cui un giovane, pieno di emozione, si preparava ad incontrare non una coetanea al primo appuntamento, ma una slot machine.
La prima offerta agli studenti nelle scuole, la seconda trasmessa sulle maggiori reti televisive nazionali e bloccate entrambe per la protesta di diversi parlamentari e molte associazioni antiazzardo che le bollarono come “equivoche, dannose e diseducative”.
Sosteniamo da tempo la necessità di una campagna di comunicazione che informi almeno su questi due aspetti decisivi del gioco d’azzardo: il divieto di gioco d’azzardo ai minori e il rischio dipendenza che la sua pratica comporta, tenendo anche conto che il gioco d’azzardo è un servizio pubblico e che dovrebbe essere gestito secondo criteri di legalità e correttezza.
Basterebbe la programmazione, sulle reti televisive e radiofoniche Rai, di una campagna di comunicazione istituzionale che informi su questi due aspetti del gioco d’azzardo, così come avviene per altre “emergenze”, come la sicurezza stradale o il bullismo. Campagne ritenute utili per sensibilizzare le persone verso questi problemi e stigmatizzare comportamenti e “abitudini” pericolosi per la salute e socialmente inaccettabili.
Per le stesse ragioni, mi sembra opportuno segnalare l’esigenza di una campagna di comunicazione in materia di gioco d’azzardo, fenomeno che, per le gravi conseguenze che può avere sulla salute e sulla vita delle persone, rappresenta oggi una, se non la maggiore, emergenza nazionale.
La proposta più volte avanzata al Governo è finora rimasta senza risposta, perchè quando guarda al gioco d’azzardo, il Governo non vede “persone”, anche minori di età, che mettono in gioco la propria vita e si ammalano, ma vede “consumatori” che, giocando d’azzardo, portano quattrini nelle casse dello Stato.
** Il contributo dell’avv. Osvaldo Asteriti è tratto- su espresso consenso dello stesso- dal suo blog “WIN FOR LIFE, GRATTA & VINCI ED ALTRI INGANNI”
Il contenuto dell’articolo è espressamente verificato dal suo autore che ne è interamente responsabile, sollevando Fatto&Diritto da ogni responsabilità.