Droghe leggere, Cassazione sì a riduzione pene per piccolo spaccio

ANDRANNO RICALCOLATE LE CONDANNE PER SPACCIO DI DROGHE LEGGERE INFLITTE CON LA LEGGE FINI-GIOVANARDI

di Alessia Rondelli (praticante avvocato presso lo studio legale RPC)

ROMA, 01 GIUGNO 2014- C’è chi parla di decisione rivoluzionaria e chi invece solo di conseguenza della precedente dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi, comunque si tratta di un’importante pronuncia della Suprema Corte. Le Sezioni Unite penali si sono pronunciate sul dibattuto tema degli stupefacenti, rispondendo al nodo giurisprudenziale: se la dichiarazione di illegittimità di una norma penale sostanziale diversa dalla norma incriminatrice comporti una rideterminazione della pena, vincendo la preclusione del giudicato. I supremi giudici, presieduti dal primo presidente Santacroce, hanno risolto la questione in senso positivo con l’accoglimento di un ricorso della Procura di Napoli che apre le porte al ricalcolo delle pene per i cd piccoli spacciatori. In pratica si tratta di una decisione in linea con la recente pronuncia della Consulta di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi con la conseguente riviviscenza della precedente normativa Iervolino-Vassalli. Ritornata in vigore la distinzione tra droghe leggere e pesanti, per i reati inerenti alle prime si applica il principio del favor rei, in modo da poter ottenere una revisione del trattamento sanzionatorio, ovvero un ricalcolo della pena inflitta. Nello specifico si tratta di un ricorso contro una decisione che aveva negato ad un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena a seguito della sentenza sulla incostituzionalità della norma della Fini-Giovanardi, che vietava la concessione delle circostanze attenuanti prevalenti nel caso di recidivi. “Il giudice dell’esecuzione ove ritenga prevalente sulla recidiva la circostanza attenuante ex art. 73 ai fini della rideterminazione della pena dovrà tener conto di tal testo come ripristinato a seguito della pronuncia costituzionale, senza dar conto a successive modifiche legislative”. Di conseguenza tale previsione si applicherà a tutti i condannati anche in via definitiva e recidivi per piccolo spaccio con le norme dichiarate incostituzionali, proprio sul dichiarato effetto di travolgimento del giudicato. Saranno ovviamente esclusi i condannati definitivi per lo spaccio di droghe pesanti, che vanno quindi sottratti dal calcolo dei detenuti che potranno beneficiare di questo ribasso delle pene ed uscire così dal carcere. Sono tra i tremila e i quattromila, in base a una prima stima, i detenuti che, potenzialmente, potrebbero avvantaggiarsi di questa novità su un totale di circa 14 mila detenuti per la sola violazione dell’art. 73 del testo unico, che sale a 21 mila se si considera il complesso dei reati legati agli stupefacenti. Le reazioni del mondo politico a questa decisione sono state molto diverse, dall’entusiasmo espresso dal Ministro della Giustizia Orlando che vede così l’uscita dall’emergenza sovraffollamento carcerario più rapida, anche se ancora non si conoscono i reali effetti numerici. Di diverso parere il senatore Giovanardi per il quale da ciò non è scaturita nessuna rivoluzione data la recente entrata in vigore della nuova legge che prevede che tale tipologia di spaccio sia punita con la reclusione da 6 mesi e 4 anni, con ripercussioni sulla popolazione carceraria ancora però da quantificare. Dure invece le reazioni del vicepresidente del Senato Gasparri e del presidente del Veneto Zaia: “Il decreto Renzi-Lorenzin sulla droga lascerà impuniti gli spacciatori di droga, si stanno liberando dei delinquenti che minano la nostra gioventù e la convivenza civile. È necessario un civile e pacato confronto su una materia così delicata”.

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