ROMANZO SU UN VIAGGIO E UN INCONTRO
ANCONA – di Alessia Diana – “La festa di fine stagione” è la storia di un viaggio e di un incontro. Una spia austro ungarica, sotto copertura, viene inviata nel corso della Prima Guerra Mondiale a Falconara Marittima (AN) e cade vittima di una passione travolgente per la giovane e bella cameriera Maria, sposata e madre di due figli. Si instaura un rapporto difficile, tormentato, che intrappola i due protagonisti in un conflitto interiore capace per la forza della sua tragicità di ricalcare la realtà loro contemporanea.
La scrittrice anconetana Laura Appignanesi conduce il lettore in questo viaggio con precisione storica, curandone scrupolosamente i dettagli con un racconto che prosegue rapido, quasi a ricalcare la voracità che caratterizza tutte le passioni improvvise e inaspettate.
Un viaggio dunque “storico, concreto”. Ma dove finisce la storia e dove inizia il racconto? Il viaggio, in realtà, si traduce in una metafora sull’esistenza: un conflitto perenne tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, tra ciò che dobbiamo fare e ciò che realmente vogliamo, tra la vita che abbiamo e quella che desidereremmo.
Il risultato tuttavia non convince in pieno. Forse perché la storia irrompe nella finzione, con prepotenza, ma al tempo stesso pare uscire sconfitta dal racconto, che rischia di risultare a tratti stucchevole. Ci lascia un po’ perplessi, inoltre, la scelta del doppio finale. Ciononostante, nella raffigurazione di questi due protagonisti dilaniati dai tormenti dell’inconscio, intrappolati in un passato che ha tutto il sapore del presente, fragili e incapaci di lacerare la loro triste esistenza ribaltandone il senso, l’autrice riesce con un originale colpo di coda finale a catturare il lettore, trascinandolo nel pieno di questo scontro in parte armato, in parte interiore.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)