Ecco lo psico-sportello per univesitari

ESPERTI “TUTOR” DEGLI STUDENTI

 

Sara Rupoli, psicologa e psicoterapeuta, e le colleghe Martina D’Errico e Sara pedinelli nell’ufficio-sportello psicologico per studenti universitari presso il Centro Adolescenti all’ospedale di Torrette di Ancona.
Sara Rupoli, psicologa e psicoterapeuta, e le colleghe Martina D’Errico e Sara pedinelli nell’ufficio-sportello psicologico per studenti universitari presso il Centro Adolescenti all’ospedale di Torrette di Ancona.

ANCONA – di Luigi Federico D’Amico – Il “trucco” è l’e-mail, il miglior mezzo per superare l’imbarazzo e il timore di aprirsi con un esperto. Ed è un sistema che funziona per gli studenti universitari. “Spesso, infatti, il primo scoglio da superare, il passo più difficile per loro è fare la telefonata per sentire un dottore, si tratta di persone per lo più molto giovani”, spiega la dott.ssa Sara Rupoli, psicologa e psicoterapeuta, dirigente dell’Area vasta 2 del Dipartimento di Salute mentale. E lei che insieme al prof. Bernardo Nardi, guida il Centro Adolescenti per la Promozione dell’Agio Giovanile, una struttura per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di disturbi psicologici, che agisce in autonomia funzionale, presso la Clinica psichiatrica dell’ospedale Torrette di Ancona. 

Dal 6 marzo scorso il Centro si è dotato di uno Sportello psicologico gratuito indirizzato in particolare agli studenti dell’Università Politecnica delle Marche, ma rivolto anche a quelli provenienti da altri atenei della regione. Dell’equipe fanno parte anche altre due psicologhe, le dott.sse Sara Pedinelli e Martina D’Errico. E sono già una sessantina le richieste di “aiuto” ricevute. Blocchi nel percorso di studio, disturbi d’ansia e difficoltà relazionali: queste le problematiche principali, a volte correlate, che affliggono gli studenti che si affidano all’aiuto di professionisti molto qualificati per parlare di se, affrontarle e cercare insieme soluzioni. Una volta stabilito con lo sportello il primo contatto tramite posta elettronica, in cui l’utente indica il proprio recapito telefonico, ecco che il contatto si approfondisce grazie alla chiamata di ritorno, sempre al telefono, ricevuta dal gruppo del prof. Nardi, dirigente del Centro Adolescenti, e della dott.ssa Rupoli, i qualifissano un appuntamento per un colloquio preliminare. Poi il percorso di dialogo e aiuto si affina, si approfondisce, diviene più mirato -grazie ad ulteriori incontri, uno ogni una-due settimane per una durata media di 40 minuti – a seconda del grado e della complessità delle difficoltà manifestate dallo studente. Occorrono almeno 8 colloqui per disegnare un quadro completo.

Secondo i primi dati, sono per lo più maschi gli studenti che chiedono un incontro, provenienti dalle facoltà di Medicina e Ingegneria Univpm, e frequentanti in particolare gli ultimi anni dei corsi. Più maschi, come mai? “In effetti non ce l’aspettavamo, forse perché i ragazzi fanno più fatica ad aprirsi fino in fondo con gli amici rispetto alle ragazze, le quali hanno tra loto un rapporto più intimo e schietto”, risponde la dott.ssa D’Errico.

Le problematiche emerse? Ostacoli duri, che spessissimo portano a veri stop nell’iter d’apprendimento didattico, il libro diventa un incubo, qualcosa che fa davvero paura. Molti i casi in cui il blocco determina l’impossibilità di affrontare con successo l’ultimo esame, perfino di presentarsi alla sezione di fronte al docente e alla commissione giudicante; c’è chi smarrisce lo spirito, la forza, la voglia per andare avanti nel piano di studi.

Altri fattori di disturbo sono di tipo psicosomatico, sofferenze ansiogene, determinate da due cause principali tipiche: situazioni “di stato”, ovvero legate all’ambiente in cui il giovane vive, al suo modo di relazionarsi con le persone, a cominciare da quelle a lui più vicine, e (come già accennato, ndr.) – al mondo dello studio universitario; situazioni di “tratto”, cioè strettamente connesse alla personalità dell’utente”, spiega la dott.ssa Rupoli.

Il ciclo di 8 colloqui si sviluppa attraverso un processo “per stratificazione”, di indagine dei fattori di crisi che concorrono a determinare le difficoltà dello studente, attuato anche attraverso la sottoposizione dello stesso ad un questionario approntato con metodi scientifici. Si iniziano a mettere a fuoco gli aspetti più superficiali, quelli a lui più vicini – come l’ambiente familiare e i suoi condizionamenti, le aspettative personali, forti dubbi sul tipo di facoltà frequentata e su come si è arrivati a sceglierla, la carenza di autostima – e quindi a mano a mano si scava sempre più a fondo giungendo a definire la storia e le componenti recenti e attuali del problema. “Un problema che a volte può essere risolto in breve tempo ad esaurimento del ciclo di colloqui. Altre si valuta se occorre avviare una vera e propria procedura di psicoterapia, quindi un approccio medico integrato, nei casi più complessi sorretto da un supporto farmacologico”, conclude la dott.ssa Rupoli. 

Per contattare lo Sportello di ascolto e aiuto psicologico 

gratuito per gli studenti universitari occorre inviare una mail,

indicando il proprio recapito telefonico, all’indirizzosap.ascoltostudenti@sm.univpm.it

(articolo tratto da Urlo mensile di resistenza giovanile)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top