Fecondazione eterologa, varate dalle Regioni le linee guida

APPROVAZIONE UNANIME, MA LA LEGGE DEL PARLAMENTO RESTA NECESSARIA

di Alessia Rondelli (praticante avvocato presso lo studio legale RPC)

07 SETTEMBRE 2014- I governatori delle Regioni, riuniti in conferenza, hanno approvato all’unanimità le linee guida sulla fecondazione eterologa, varate da tecnici e assessori regionali alla salute. Si tratta del primo documento tecnico arrivato ad un mese di distanza dalle linee guida del governo approvate a seguito della sentenza n. 162/2014 della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge n. 40/2004 ritenendo incostituzionale il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa previsto nel caso d’infertilità. Si legge, la donazione di cellule riproduttive è atto volontario, altruista, gratuito, ma non si escludono forme di incentivazione alla donazione in analogia con quanto previsto per donazione di altre cellule, organi o tessuti, purché non siano di tipo economico. La fecondazione eterologa sarà infatti gratuita, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza, ma solo per le donne in età potenzialmente fertile, infatti il limite è stato fissato a 43 anni, oltre il quale il trattamento sarà a pagamento. Quindi è chiara la volontà delle Regioni di considerare l’infertilità al pari di una normale patologia trattabile mediante cure mediche a carico del servizio nazionale entro comunque precisi limiti imposti dalla natura. Sono ammesse le donatrici volontarie di ovociti, ma saranno avvertite preventivamente dei rischi che la pratica comporta in quanto richiede stimolazione ovarica con monitoraggio e recupero degli ovociti con i considerevoli conseguenti inconvenienti, disagi e rischi per le stesse. È invece saltata la previsione della possibilità per il nascituro di conoscere l’identità del padre/madre biologici al compimento del suo 25esimo anno di età. La donazione deve essere assolutamente anonima con la sola eccezione riguardo casi straordinari inerenti lo stato di salute del nato: il solo personale sanitario potrà risalire ai dati clinici del donatore dietro specifica richiesta e con procedure istituzionalizzate. Sono stati recepiti i limiti di età per la selezione dei donatori: i maschi devono rientrare nel range 18-40 anni e le donne nella fascia 20-35. Si specifica inoltre che  non si potranno scegliere le caratteristiche fenotipiche (colore della pelle, capelli, gruppo sanguigno) del donatore, ma il centro prescelto dovrà ragionevolmente assicurarne la compatibilità delle principali caratteristiche con quelle della coppia ricevente, aspetto rivisto in chiave più restrittiva dopo le polemiche di carattere etico sorte sul rischio di selezione della specie, dagli sviluppi prevedibili e imprevedibili.

Molta soddisfazione dal presidente della regione Piemonte e della Conferenza, Sergio Chiamparino, che ha parlato di un impegno di grande valore etico e politico che toglie qualsiasi ostacolo futuro per il Parlamento. L’obiettivo dichiarato è rendere omogeneo a livello nazionale l’accesso alle procedure eterologhe, concordando direttive per le regioni e le province autonome in modo da partire da punti fermi ed uniformi. Il ministro della salute Lorenzin, nonostante ritenga l’accordo un buon risultato, rimarca l’assoluta necessità di una legge parlamentare tramite cui solo si può recepire la direttiva europea che mette in sicurezza le donazioni, creare il “registro nazionale” dei donatori e garantire adeguata copertura economica alle regioni stesse. Si tratta quindi di un primo importante passo per evitare il caos normativo in una materia così delicata sulla quale rimane ancora da lavorare molto in maniera condivisa e profonda. 

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