MACERATA, 10 MAGGIO ’13 – Macerata, via Spalato: “Kyenge torna in Congo” è la scritta razzista, firmata dai militanti di Forza Nuova, che campeggia davanti alla sede del Pd. L’attacco al ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, sarebbe una risposta alla proposta del senatore Mario Morgoni di conferirle la cittadinanza onoraria. Un primo passo verso l’introduzione dello “Ius soli”, il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di genitori stranieri che vivono e lavorano in Italia. In una nota i militanti di FN scrivono: “Le recenti dichiarazioni del ministro della (dis)integrazione, che si è vantata di essere arrivata clandestinamente in Italia elogiando la poligamia, una pratica avulsa alla nostra tradizione e altamente lesiva della dignità della donna, ci portano a ribadire la più totale contrarietà di Forza Nuova allo ius soli”. Il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha definito quello di Macerata “un episodio spregevole e meschino” e ancora “Forza Nuova va ben oltre ogni forma di razzismo e di inciviltà. Lo striscione volgare di insulti al ministro Kyenge e il comunicato che lo accompagna rievocano il lato peggiore del fango dell’ideologia totalitaria”. Va detto che qualche giorno fa era stato il solito eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio a dare il via agli insulti: “Questo è un governo del bonga bonga, vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza con lo ius soli e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo. Lei è italiana? Il Paese è quello che è, le leggi sono fatte alla cazzo”. Il ministro era stata presa di mira recentemente anche sul web. Attacchi ai quali aveva espresso “ferma condanna” il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e il presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia, Foad Aodi: “Attacchi razzisti inaccettabili”.
ELEONORA DOTTORI
D: In Italia il pronunciare o scrivere come in questo caso frasi razziste, integra una qualche fattispecie di reato?
R:Per la diffusione di idee antisemite e xenofobe si potrebbe essere accusati del reato di istigazione all’odio razziale previsto dalla c.d.legge Mancino.. La legge c.d. Mancino (n. 205/1993) prevede che, salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e chi, in qualsiasi modo incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. E’ altresì vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza cosi come sono puniti coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi. La legge Mancino prevede poi all’articolo 3 la c.d. aggravante razziale secondo cui per i reati punibili con pena diversa da quella dell’ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità, la pena è aumentata fino alla metà.
AVV. TOMMASO ROSSI