ORIGINALE RACCOLTA DI POESIE DI MARIA FONTANA CITO
CAMERINO (MC) – Giampaolo Milzi –
Dal web corto circuito prodotto dall’originalissima quanto ricercata interferenza fra il gioco e l’amore, scaturiscono scariche elettriche che avvampano il cuore e i sensi. Lasciando luminescenti tracce d’amore permeate di liricità. Come messaggi in bottiglie di vetro rosso fuoco, come aeroplanini di carta afrodisiaca, liberamente lanciati oltre i confini che dividono il sogno e la realtà. Nascono così i versi raccolti in “Burr@co Boudoir”, frutto del personalissimo estro creativo di Maria Fontana Cito, poetessa marchigiana dalle forti e sanguigne radici meridionali. Il libro, recentemente pubblicato da “Vydia edizioni d’arte”, si rivela una collana di perline in cui amore ed erotismo brillano romanticamente e indissolubilmente legati. Il gioco tentatore e ispiratore è appunto il burraco on line, di cui l’autrice – nell’omonima poesia manifesto – annuncia di aver “percorso per giorni la rete infinita”, cercando “volutamente l’incontro a due tete a tete con l’avversario uomo invisibile”, incontro che si rivelerà a volte diverso e volte reiterato, via via foriero di “domande” che “si faranno più esplicite”, mirate alle gioie e ai dolori della vita sentimentale, fino a quando “come un raggio di sole fendente entra a far parte del gioco l’irraggiungibile sesso”.
La mano di Maria Fontana Cito sembra guidata dal dio Cupido, le parole son come frecce pungenti, colpiscono e accendono “pulsioni segrete, respiri profondi, bramosia della carne” (“Colloqui”), materializzano “unioni d’amore” con “amorosi fantasmi” (“Nickname” e “L’appello”), animano “corpi viventi e vibranti uniti e perduti nell’Eros”, come quello “arso come terra sotto il sole” (“L’uomo del sud”).
Un turbinio di passioni ed emozioni in cui sembra perdersi il “limes” tra realtà reale e realtà virtuale, tra il “sogno” e il “son desto”. Durante il gioco e tra le fasi del gioco – mentre regna la notte onirica, mentre il phatos cresce tra ironia e turbamento –
– ecco palpitanti attese, audaci interrogativi, conturbanti esplorazioni, approcci ed effusioni, voluttà, ricordi calamitanti, quasi ossessivi. Gli uomini, “muse ispiratrici in primis”, sono soprattutto i “fantasmi” incontrati on line (il barbagianni prigioniero, il pianista prodigo di dediche musicali e ironia, il velista solitario timoniere di viaggi in mezzo al mare, il pescatore che si fa tentare, il militare tenero e e affettuoso, il verace romano) “che con la loro simpatia e voglia di amare mi hanno fatto scrivere versi melodiosi senza conoscere i loro volti, i loro sguardi, i loro nomi (…) entrati nel mio cuore in cui rimarranno per sempre (…)”, confessa la poetessa. E gli uomini muse sono anche quelli “con i quali ho avuto storie di vero amore, custodito in fondo al mio essere”.
Maria Fontana Cito ha lavorato presso l’Università di Camerino come bibliotecaria, ma la sua vera passione è sempre stata la scrittura. In particolare di poesie, frutto di una sensibilità originata da tante vicissitudini esistenziali (la morte dell’amato padre quando era bimba, le indelebili tracce lascatele da tre matrimoni, la bellissima esperienza di madre di tre figli, una vita di lavoro) da cui ha mutuato tante soddisfazioni ma anche dolori e delusioni.“Burr@co Boudoir” è stato preceduto da “Guscio dorato. Quasi un diario” (Mierma Editore, 1992), dove i versi richiamano con sentimento i grandi affetti familiari e amicali.
(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)