Galleria Dorica, testimonianze sulla crisi

COLPEVOLE ANCHE IL COMUNE DI ANCONA”

– ANCONA – di Giampaolo Milzi (ha collaborato Chiara Napoli) –

Foto 3 – La Galleria Dorica appena realizzata nella seconda metà degli anni ’50 in una cartolina d’epoca
Foto 3 – La Galleria Dorica appena realizzata nella seconda metà degli anni ’50 in una cartolina d’epoca

La gente non viene perché c’è un bar, viene in questo bar perché lo gestisco io, è affezionata a me”. Orgogliosa, e arrabbiata, Sonja Cannavò. Simbolo vivente di chi si ostina a resistere perché la Galleria Dorica non esali l’ultimo respiro. Lei, “osa in questo deserto” organizzare concerti dopo cena, d’estate e d’inverno. Con buon riscontro di pubblico.

Io deserto c’è, tanto che a volte la gente, i giovani, si stupiscono quando sentono la musica, ma il Comune purtroppo ci dà il permesso di suonare fino alle 24”, aggiunge.

Come mai questo squallore? “Quando ho preso in gestione il bar, sei anni fa, immaginavo che sarebbe finita così: gli altri commercianti non hanno la mentalità giusta per attirare gli utenti, basta vedere come sono antiquate certe vetrine”. “Da quando siamo arrivati qui è stato tutto un apri e chiudi, soprattutto un chiudi, l’attività di slot-machine nel piano sotto è durata due mesi – continua la figlia Chiara Martellicani – Nel 2009 c’erano dieci negozi, ora siamo rimasti in tre (l’ultimo a liquidare è stato Novelli, ndr.). Hanno lasciato per vari motivi. Douglas ad esempio perché l’affitto era troppo alto”. Allarga le braccia, la titolare dell’Ottica Dentella e spara: “Questo posto agli anconetani non piace. E a noi nessuno ci aiuta per migliorarlo. Penso che il Comune avrebbe un po’ di soldi da investire…”. Già, il Comune. Fino a un certo punto. La Galleria è privata. E i privati hanno la coscienza a posto? Anni fa proprietari e/o affittuari, pare abbiano presentato al Comune un progetto per ristrutturare e rinnovare tutta la Galleria, magari per utilizzare anche il ballatoio. Non sarebbe andato in porto per disinteresse del Comune e per difficoltà nel reperire i finanziamenti. Pessimista, riguardo al futuro, Giuseppe Lucarini, amministratore del condominio unico della Galleria: “Sono 25 anni che facciamo tentativi per migliorare la situazione, con soggetti privati, e pure col Comune.Ho contattato grandi aziende stimolandole ad aprire qui, organizzatori di esposizioni e mostre. Nulla da fare. Anche perché le Amministrazioni comunali non ci hanno mai dato una mano”. In che senso? “E’ come se questo condominio e la Galleria non esistessero, si sono dimostrate nemiche dei cittadini. Gli ultimi contatti politici, infruttuosi, li abbiamo avuti nel periodo del sindaco Del Mastro. Poi abbiamo troncato. Mantenendo rapporti solo con alcuni uffici municipali. Coi soliti problemi”. Un esempio? “Ci hanno chiesto di poter installare un pannello videoinformativo con notizie per il pubblico, noi abbiamo detto sì, predisposto l’allaccio impianto. L’hanno piazzato e dopo due-tre anni l’hanno smontato”. “Vorremmo organizzare eventi per attirare gente – continua – Ma in Comune rispondono che questi eventi non possono portare alla copertura dei mosaici…”. Resta da chiedersi come mai, per anni, tale problema non è stato sollevato per gli stand della Libreria Metrò… “Io comunque continuo ad essere disponibile, diamo pareri favorevoli e ok gratuiti per qualche evento o iniziative di solidarietà e culturali, per bambini, studenti, per gli universitari di Gulliver, per letture di poesie dell’associazione Nie Wiem. Ma a remare contro ci sono la crisi generale, questa struttura soffre in particolare della crisi commerciale di tutto il centro, tuttavia penso che qui gli affitti dei negozi non siano particolarmente alti”. Non lo pensa nemmeno Alberto Pantanetti, proprietario dei due locali della ex Libreria Metrò e di quello molto grande sulla destra per chi entra da via Marsala (entrambi con livello terra e livello sotto): “Per l’affitto dello spazio dov’era la Metrò chiedo 800mila euro mensili trattabili. Qui gli affitti sono sotto la media dei negozi di corso Garibaldi”. E allora perché i commercianti non arrivano? “Forse perché vedono questo posto ridotto così vuoto, privo di attrattive. Per valorizzarlo occorrerebbe la collaborazione del Comune. E magari l’interesse di una grande azienda di ristorazione, tipo MC Donald, di un’impresa capace di tirar su un piccolo centro commerciale”.

(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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