CD DEL COMPOSITORE SENIGALLIESE
SENIGALLIA – di Giampaolo Milzi –
Tappezzare con sonorità eteree e suadenti il personale ambiente di ascolto, usando i ricercati pezzi di un mosaico, così da memorizzare filamenti di morbidi decibel in modo stabile e fortemente emozionale. E’ quello che propone il giovane musicista (pianista, organista), creativo multimediale e compositore senigalliese Paolo Tarsi con il suo nuovo album, in uscita il 22 giugno per la collana POPtraits della Cramps, in coproduzione con Rara Records. Un’etichetta, un marchio doc, la Cramps, già passati alla storia nel settore discografico italiano, per aver pubblicato opere di Area e John Cale, e da sempre sinonimo di ricerca grafica (l’artwork voluto da Tarsi è frutto della collaborazione con l’artista Luca Domeneghetti e il fotografo Roberto Masotti) e avanguardia musicale.
“Furniture music for new primitives” significa appunto “musica d’arredamento per nuovi primitivi”. “Il titolo di questo lavoro – spiega Tarsi – prende spunto in parte dalla traduzione in inglese di “Musique d’amaublement”, l’espressione inventata da Erik Satie per definire l’ultima fase della sua produzione, anticipatrice concettualmente dell’ambient music di Brian Eno”.
Nove brani, tutti firmati da Tarsi, tutti cuciti con pochissimi elementi sonori, pensati per piccole formazioni di musica da camera contaminate da impulsi elettrici, con l’unica eccezione per il pezzo più propriamente rock eseguito dai Junkfood.
Registrato principalmente negli studi Pink House di Monsano (An) a partire dall’estate 2014,il Cd pesca nelle radici del Minimalismo, quando John Cale e Terry Riley facevano interloquire in modo virtuoso musica contemporanea e sperimentalismo. Arredi musicali per nuovi primitivi. In che senso? Ogni creazione è capace di vivere di vita propria, nel suo essenziale minimalismo, appunto. E ciò vuol rappresentare una possibilità per gli uomini che, come i loro antenati primitivi, si ritrovano a barcollare in questo terzo millennio, storditi e disorientati da un incessante bombardamento di informazioni legate all’uso, spesso un abuso fine a se stesso, delle nuove tecnologie, frequentemente roboanti, chiassose, poco comunicative.
Come nella migliore tradizione del periodo storico di riferimento, “Furniture…” è un concept album. Si ispira al romanzo “Le città della notte rossa” parte di “The red night trilogy” di William S. Burroughs, ed esce in questo 2015 centenario della nascita del grande scrittore della Beat Generation.
Composta da Paolo Raineri (tromba, elettronica, già collaboratore per un progetto legato ai King Crimson) Michelangelo Vanni (chitarra elettrica), Simone Calderoni (basso) e Simone Cavina (percussioni), la formazione guidata da Tarsi si è avvalsa dell’apporto di musicisti provenienti da band di primordine. Di particolare rilievo la partecipazione al progetto da parte di Paolo Tofani (Area – International POPular Group) che con la sua Trikanta Veena accompagna in “Construction dans l’espace et le silence” Quartetto d’archi Maurice su interferenze elettroniche a cura di Roberto Paci Dalò (presente nell’album anche con il suo clarinetto basso). Così come quella del grande organista jazz Gianni Giudici (qui al Rhodes) e del sassofonista d’avanguardia Michele Selva. Dedicato a Rick Wright, la traccia “Cluster #2” è stata scritto per Der Maurer e Sebastiano De Gennaro, il duo composto da Enrico Gabrielli – musicista polistrumentista negli Afterhours (2006-2009), Calibro 35, Mariposa e arrangiatore per Baustelle, Dente, Morgan, Vinicio Capossela – insieme a Sebastiano De Gennaro, percussionista e ricercatore musicale in forza alle Luci Della Centrale Elettrica e Baustelle, a cui si aggiunge la chitarra elettrica di Diego Donati. Altri omaggi sono rivolti a figure di spicco dell’arte contemporanea come Paolo Cotani, Marco Tirelli e Tullio Pericoli.
Per informazioni: www.rara.it – su Facebook “Alis non tarsis” – alisnontarsis@gmail.com
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)