Gli stupefacenti e l’uomo nei secoli- 11^puntata:Le nuove frontiere della droga

Siamo giunti all’ultima tappa di questo nostro percorso storico alla scoperta del rapporto antichissimo tra uomo e droghe. Operazione difficile è quella di cristallizzare in un capitolo le nuove frontiere della droga, in quanto si riscontra un continuo fiorire di nuove sostanze anche al fine di eludere l’inclusione nelle tabelle ministeriali di sostanze considerate stupefacenti. Negli ultimi anni al confine tra il vecchio e il nuovo millennio la produzione di sostanze stupefacenti si è orientata verso gli analoghi di sintesi o “designers drougs”, forti droghe sintetiche ottenute a partire da stupefacenti già inseriti negli elenchi di legge, sintetizzate nei laboratori clandestini americani dai droug designers. Si vai dai derivati dalle amfetamine come il “fentanile”, la “meperidina” e l’Mda (conosciuta con il nome di ‘pillola dell’amore’ per i suoi effetti afrodisiaci) a sostanze con effetti simili all’Lsd tra le quali possiamo ricordare l’Stp (serenity, tranquillity, peace); il Pcp (fenciclidina, conosciuta come “polvere degli angeli”), il Dmt (Dietemetiltriptamina), generalmente ingerita in pillole, l’Ice una metamfetamina pura che viene fumata o ingerita in Giappone.

Le ultime sostanze uscite dai laboratori clandestini sono la Nexus (Bromodimetossifenetilamina), conosciuta anche come ‘afro’, che combina gli effetti dell’Lsd, dell’ecstasy e delle amfetamine; e la “Special K” ottenuta dalla Ketamina liquida (usata in chirurgia come anestetico), seccata in polvere o in pietruzze mediante un fornello: essa dà un intensissimo seppur breve effetto allucinogeno in quanto stimola il circuito neuroatomico posto nell’emisfero sinistro del cervello.

CONCLUSIONI:

Abbiamo potuto constatare nel corso di questo lungo viaggio spazio-temporale nell’universo-droga come il fenomeno si sia modificato nel corso dei millenni, dei secoli e degli anni parallelamente all’evoluzione sociale, culturale ed economica dell’uomo. Ma ciò che resta come minimo comune denominatore è la ricerca dell’evasione: un’evasione che un tempo era mistica e progressivamente è divenuta fuga dalla società, dai suoi ritmi frenetici e schiaccianti, dalla continua e affannosa lotta per l’affermazione personale. Un’evasione che, oggi come millenni fa, spesso si ritualizza in momenti di aggregazione collettiva: le cerimonie mistiche dei primitivi in questo senso non si discostano di molto dai grandi rave diffusisi dapprima nel Nord Europa e poi, un po’ ovunque. Un’evasione che, oggi come millenni fa, nasconde un grande vuoto di ideali e un grande senso di fragilità e precarietà dell’essere umano, laddove diviene abitudine ed equilibrio.

T.R.

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