DAMASCO, 13 Aprile 2013 – E’ un video ad aprire gli occhi sulla situazione in Syria. Un video scioccante*, pubblicato dagli attivisti per i diritti umani del Syrian Network for Human Rights ( http://www.syrianhr.org/) . Il video mostra i cadaveri di 6 adulti e 4 bambini, alcuni trucidati, altri sgozzati. Nei loro giovani volti è ancora impressa la sofferenza di una morte crudele. I bambini con le gole tagliate, ancora belli, riposano per sempre in quei sacchi neri in pvc adagiati sui tipici tappeti siriani.
I corpi di questi civili sembrerebbero provenire dal villaggio di Khirbat Altin (Homs), dove si sarebbe consumato un massacro nei giorni scorsi ( sembrerebbe risalire a Mercoledì 10 Aprile). Non è dato sapere dove sia stato girato il video, ma risulta caricato ieri. Queste vittime sono solo alcune della lunga lista che si sta consumando in questa sanguinolenta battaglia tra Governo e ribelli: 19 persone sono state uccise sta mane, secondo quanto riportato dal gruppo di opposizione “Local coordination committees”. Ben 149 persone sono state uccise durante la giornata di ieri (41 ad Homs, 36 ad Aleppo e 33 a Damasco). Ovviamente, queste fonti non sono certe poiché l’accesso ai media è limitato in Siria.
L’uomo che parla in maniera agitata nel video, accusa gli Shabbiha Alawiti del massacro. Sarebbero le milizie che supportano il regime di Assad. “Erano nostri vicini ma sono venuti qui con i coltelli e hanno massacrato queste famiglie, donne e bambini” accusa l’uomo. L’uomo, circondato da altri adulti, grida “noi ci vendicheremo prima o poi”, con gli altri che intonano “Allah u akbar” come forma di assenso. Vengono poi scanditi i nomi di ciascuna vittima. L’uomo decide di risparmiarci la visione del piccolo corpo contenuto nel sacco nero accanto agli adulti: sembrerebbe trattarsi di un bambino di pochi mesi.
I ribelli islamici e i militari di Assad– Nel frattempo, stanno nascendo spaccature interne tra i gruppi di ribelli islamici anti-Assad: il gruppo principale, il Fronte di Liberazione della Siria, ha preso le distanze dal Fronte Al-Nusra dopo che quest’ultimo ha giurato fedeltà ad Al-Qaeda e al suo attuale leader Ayman Al-Zawahiri. Il Fronte di Liberazione unisce una ventina di gruppi di ribelli, e ha comunicato che il suo scopo è quello di rovesciare il regime di Assad, senza assoggettarsi ad un’altra autorità ”Quando noi in Siria abbiamo lanciato il nostro jihad contro il regime settario, non lo abbiamo fatto per giurare fedelta’ a un uomo né qui, né altrove”, si legge in un comunicato. Dall’altra parte c’è da dire che 50 militari di Assad, hanno abbandonato l’esercito del regime per unirsi ai ribelli dell’Esercio Libero Siriano (Esl) nella Siria nordorientale ( Quamishli) proprio nel mezzo di una battaglia.
Il ritorno in patria dei rifugiati – Intanto l’Alto Commissariato per i rifugiati ONU ha annunciato che ogni giorno 300 rifugiati siriani decidono di abbandonare la vicina Giordania per rientrare nel loro paese. Una specie di contro esodo proprio mentre fiumi di siriani sono in fuga dal paese. L’Unhcr teme fortemente per l’incolumità di coloro che stanno rientrando in patria. La scorsa settimana il governo di Amman ha annunciato che ben 2.750 siriani spontaneamente rientrati in Siria dalla Giordania, dove ve ne sono in tutto un milione. Questo ritorno in patria, proprio mentre il paese è travolto da un’escalation di violenza e sangue, risulta quanto meno anomalo e lascia aperti molti interrogativi.
CLARISSA MARACCI
*il video contiene immagini scioccanti. Si sconsiglia la visione a soggetti minorenni o sensibili