VIOLENZA, REPORT DAI CAV MARCHE: DONNE MALTRATTATE E FERITE PER LO PIÙ IN CASA
ANCONA – Sono 422 i contatti presso i Centri antiviolenza (Cav) delle Marche avvenuti lo scorso anno, 147 solo ad Ancona. A rivolgersi ai Cav – in particolare attraverso il telefono (80%), per esporsi il meno possibile – su indicazione di familiari, amici e conoscenti e di svariati altri soggetti, inclusi i servizi sociali, sono donne in gran parte di nazionalità italiana (68%), coniugate (47%) – le nubili sono il 27% (seguono separate e divorziate) – e con figli (68%). Donne maltrattate tra le pareti domestiche, di età compresa tra i 34 e i 53 anni, in prevalenza in casa di proprietà (una su quattro).
In percentuale la maggior parte (26%) ha un diploma di istruzione di scuola superiore ed è occupata stabilmente (27%). Chi si rivolge al centro antiviolenza (ne esiste uno per provincia) chiede in prima battuta informazioni e consigli/strategie ma anche sostegno (175), consulenza legale (164) e consulenza psicologica (144). C’è chi invoca la messa in sicurezza fisica (39), chi un alloggio dove vivere (22), in pochi casi un lavoro (7). E riferiscono, in gran numero, di violenze psicologiche subite, non meno gravi di quelle fisiche.
E’ questo, in sintesi, il quadro che scaturisce dalla relazione per l’anno 2014 sui Centri antiviolenza delle Marche, diffusa in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre scorso. Il quadro mette in evidenza come la donna che chiede aiuto subisce violenza nella gran parte dei casi in uncontesto familiare, spesso alla presenza dei figli (542 bambini e ragazzi coinvolti), molti dei quali minorenni (51%), e rivela che il maltrattante è il marito (39%), altre volte il convivente (11%) o l’ex marito (10%). Il profilo del maltrattante: stessa fascia di età della vittima (tra i 34 e i 53 anni), italiano (65%) con livello di istruzione medio (18%) e situazione occupazionale stabile (41%).
L’Amministrazione comunale di Ancona è particolarmente impegnata sul piano della prevenzione e del contrasto della violenza di genere e nel sostegno alle vittime della violenza. E’ stata inoltre parte attiva nella costituzione della rete antiviolenza cittadina e della “Casa di Demetra”, la struttura comunale inaugurata nel febbraio scorso (la prima in Italia realizzata da un ente locale) che accoglie le donne sole o con figli minori, con un progetto innovativo che supera la fase dell’emergenza e prevede una serie di azioni per il raggiungimento di una piena autonomia di vita.
(articolo ricevuto da Comune di Ancona)