TEST GENETICO SVELERA’ CIÒ CHE LE INDAGINI SPESSO NON RIESCONO A FARE
del dottor Giorgio Rossi
I risultati di una interessante ricerca condotta da scienziati spagnoli del Center for Genomic Regulation (CRG) all’Istituto di Scienza e Tecnologia di Barcellona, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature Communications (Feb.13, 2018).
I ricercatori spagnoli hanno scoperto che il tempo trascorso dal momento della morte di un individuo influenza il profilo di attività dei geni nei tessuti considerati e che questo effetto tempo sull’attività dei geni è diverso da tessuto a tessuto.
E’ il dato cruciale di ogni indagine criminologica; l’ora del decesso è il “sacro Graal” della medicina forense, l’informazione più preziosa per scoprire l’assassino.
Utilizzando la metodologia della biologia computazionale -quella disciplina a metà tra informatica e biomedicina che sfrutta algoritmi, intelligenza artificiale, database per risolvere problemi biologici – gli scienziati hanno analizzato 9 mila campioni di 36 tessuti diversi cercando di monitorare i cambiamenti genetici che avvengono dopo la morte.
I tessuti esaminati erano già conservati nell’ambito del progetto “ Genotype-Tissue Expression” una biobanca che raccoglie campioni di tessuti umani post-mortem.
Si è scoperto che ogni tessuto ha un andamento diverso dell’attività dei geni con fasi alterne di aumento e riduzione. La maggior parte dei cambiamenti nell’attività dei geni avviene tra le 7 e le 14 ore dopo la morte.
Quindi se il cadavere non presenta segno di attività, geneticamente parlando, vuol dire che la morte è avvenuta più di 14 ore prima.
Gli scienziati spagnoli hanno sviluppato un software che ha immagazzinato informazioni sulle specifiche attività dei geni di 399 persone.
L’affidabilità del programma nel calcolare l’ora della morte è stata testata su 129 persone di cui era noto il momento del decesso.
Il software ha funzionato ed è ora pronto per venire adottato nella medicina forense, anche se gli alti costi rendono il suo impegno ancora poco conveniente. Per calcolare l’ora della morte, infatti, il programma ha bisogno di analizzare un gran numero di geni e questa operazione richiede costi elevati.
Una scoperta comunque importante, che potrebbe integrare i metodi oggi in uso per migliorare i