LE QUATTRO SFIDE AIRC PER COMBATTERE LA MALATTIA
del dottor Giorgio Rossi (oncologo)
Dal 30 ottobre al 6 novembre, come ogni anno, si sono svolti “ I Giorni della Ricerca” con eventi in tutta Italia per la raccolta fondi da devolvere all’Associazione Italiana Contro il Cancro (AIRC) per la ricerca oncologica.
Fare ricerca vuol dire seguire un percorso a tappe e per ogni tappa significa raccogliere informazioni e osservazioni, fare esperimenti e interpretarne i risultati per aumentare le conoscenze su un determinato argomento seguendo le regole del metodo scientifico.
Per quanto riguarda la ricerca oncologica le tappe previste sono rappresentate da :
- la ricerca di base che si svolge sui banconi di laboratorio con l’obiettivo di conoscere i meccanismi che generano un determinato processo biologico; per esempio ci fa capire come funzionano i geni o come le proteine lavorano all’interno del nostro organismo;
- la ricerca traslazionale che verifica la possibilità di trasformare le scoperte scientifiche che arrivano dal laboratorio in applicazioni cliniche: costituisce una specie di ponte tra la scienza e la medicina per poter utilizzare al meglio le scoperte dei ricercatori di base per portarle al letto del paziente;
- la ricerca preclinica che verifica l’efficacia e soprattutto la sicurezza di una nuova cura in modelli sperimentali che comprendono anche studi su animali; un tipo di ricerca essenziale ( obbligatoria per legge) prima di passare alla sperimentazione sugli esseri umani;
- la ricerca epidemiologica esamina come la salute e le malattie sono distribuite in determinate popolazioni; studia quali fattori di rischio, individuali o legati ad abitudini e stili di vita, influenzano lo stato di salute e la comparsa di malattie; inoltre analizza anche l’efficacia degli screening di popolazione per la diagnosi precoce, valutando il rapporto tra costi e benefici.
Quest’anno in occasione dei “Giorni della Ricerca”, l’AIRC lancia quattro sfide per il futuro per rendere ancora più efficacie la lotta contro tale malattia; vediamole insieme.
La sfida della prevenzione
Sappiamo che una percentuale variabile dal 30% al 50% dei tumori, a seconda degli studi considerati, è prevenibile con cambiamenti negli stili di vita.
Il fumo, l’alimentazione, l’attività fisica rappresentano dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori, ma ancora poco sappiamo su cosa aumenta il rischio individuale di ammalarsi. A tal fine la ricerca si sta fortemente impegnando sull’identificazione di geni che possano predisporre alla comparsa del tumore. Alcuni sono già stati individuati e, man mano che gli studi procedono, il numero dei geni responsabili del rischio individuale sta aumentando.
La sfida dell’immunità
Il nostro sistema immunitario, che rappresenta la nostra difesa naturale, è un prezioso alleato non solo contro batteri e virus, ma anche contro le cellule tumorali. Infatti ogni giorno nel nostro organismo molte cellule subiscono mutazioni potenzialmente cancerogene che in gran parte vengono eliminate proprio grazie al sistema immunitario. Ma la cellula tumorale, molto furbescamente, tende a camuffarsi riducendo i segnali che permettono al sistema immunitario di riconoscerla come pericolosa. Un filone di ricerca importante e molto innovativo cerca di trovare soluzioni per impedire che ciò avvenga attraverso varie vie tra cui quella della progettazione di farmaci a base di anticorpi in grado di combattere la malattia in modo mirato.
La sfida del bersaglio
Uno dei punti critici della terapia oncologica è la scarsa specificità : molti farmaci noti sono potenti antitumorali, ma la difficoltà è farli arrivare esclusivamente al bersaglio, evitando che colpiscano cellule sane e utili. La ricerca si concentra su due importanti aspetti: da un lato cerca di identificare sempre più bersagli chiave , ovvero siti che, se colpiti o inattivati da farmaci specifici, sono in grado di portare alla morte al cellula tumorale stessa; dall’altro sviluppa nuove tecnologie che possono contribuire a raggiungere questo obiettivo. Tra queste sembra esserci i nanomateriali, grazie ai quali si possono costruire minuscoli vettori in grado di selezionare le cellule da colpire e di superare eventuali resistenze alle terapie.
La sfida del microambiente
Le cellule tumorali non vivono isolate: utilizzano le strutture dell’organismo e dei tessuti circostanti a loro favore per ottenere e velocizzare la crescita. Uno dei maggiori responsabili di tale meccanismo è il fenomeno dell’angiogenesi : il tumore, attraverso il rilascio di particolari sostanze , è capace di creare nuovi vasi sanguigni per portare sufficiente nutrimento alla massa maligna in crescita. Molte ricerche in corso hanno l’obiettivo di conoscere meglio il microambiente tumorale per completare il più possibile la mappa dei complici del tumore. Ciò permetterà di mettere a punto farmaci, alcuni già presenti sul mercato, sempre più in grado di bloccare l’angiogenesi.