I rischi per la salute del glisofato, diserbante usato in agricoltura

RECENTI STUDI NE CONFERMANO LA PERICOLOSITÀ MENTRE L’UNIONE EUROPEA NE CONSENTE L’USO
del dottor Giorgio Rossi

  In questa settimana i mezzi d’informazione hanno portato alla ribalta una sostanza per molti sconosciuta, ma da anni ampiamente utilizzata che potrebbe avere effetti nocivi sulla salute : il glifosato .E’ un diserbante non selettivo, il più usato al mondo in agricoltura e orticoltura per combattere le erbe infestanti che competono soprattutto con colture Ogm ,come soia, mais e colza, rese artificialmente resistenti al prodotto stesso. Destinato anche al giardinaggio e alla cura del verde pubblico.

 

Prodotto dalla Monsanto, azienda multinazionale statunitense, con il nome commerciale di Roundup, presentato per la prima volta nel 1974, come una rivoluzione per la sua capacità di bloccare i nutrienti minerali essenziali per la vita di alcune piante, rapidamente, in maniera biodegradabile e non tossica.

 

La Monsanto oggi non detiene più il brevetto del glifosato, essendo scaduto, ma l’erbicida Roundup è tuttora fondamentale per la multinazionale perché venduto insieme ai prodotti di punta: soia, mais e cotone Roundup Ready, tutti Ogm resi immuni all’azione del diserbante che può essere tranquillamente utilizzato per eliminare le piante infestanti senza danneggiare le colture.

 

Ad una recente rivalutazione il glifosato non è più risultato così innocuo come definito alla sua presentazione : le sue tracce rimangono nell’ecosistema, riducendo la biodiversità, inquinando le falde acquifere ed entrando nella nostra catena alimentare, nei cibi di origine animale, ma soprattutto nei vegetali. Dalle verdure alla farine.  

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso la sua emanazione l’Agenzia Internazionale sulla Ricerca sul Cancro (IARC) ha affermato all’inizio di quest’anno, rendiconto pubblicato sulla rivista Lancet Oncology, che il glifosato è genotossico e probabilmente cancerogeno per l’uomo classificandolo nel Gruppo 2A (probabili cancerogeni).

 

La valutazione della pericolosità si basa sulla capacità di indurre tumore nell’uomo e in animali da laboratorio, oppure di provocare modificazioni genetiche in colture di cellule umane . Studi sugli agricoltori suggeriscono che l’utilizzo del pesticida favorisce la comparsa di Linfomi non-Hodgkin.

 

Come spesso accade, il mondo scientifico non è sempre unanime nelle valutazioni.

Infatti l’EFSA ( European Food Safety Authority) dopo una rivalutazione dei dati pertinenti ha concluso che : è improbabile che il glifosato sia genotossico o che presenti minaccia di cancro per l’uomo. Non si propone di classificarlo come cancerogeno nel regolamenti UE in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche.

Gli esperti dell’EFSA fanno presente che la loro valutazione riguarda solo il glifosato singolarmente considerato, mentre il dati dell’IARC riguadano sia il glifosato, sia i formulati a base di glifosato; pertanto è probabile che gli effetti osservati siano collegati alla presenza di altri componenti con azione sinergica.

 

Anche in Italia il glifosato è molto utilizzato, anche se da noi non si può per legge coltivare piante Ogm. Un recente rapporto dell’Ispra ( Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ha messo inj evidenza il problema dei residui di diserbanti nelle acque , sia superficiali che sotterranee. Su 1469 punti di monitoraggio delle acque superficiali, il 17,2 % ha mostrato concentrazioni superiori ai limiti. Nelle acque sotterranee, su 2145 punti i superamenti sono stati il 6,3%. Il glifosato è la sostanza che più spesso supera i limiti.

Considerando che l’IARC non ha potere normativo, tocca ora alla Commissione Europea, basandosi sui dati dell’ EFSA , decidere se mantenere o meno il glifosato nell’elenco delle sostanze attive approvate nell’UE. In ballo c’è l’autorizzazione all’utilizzo del glifosato per altri 15 anni…. e gli interessi sono enormi !!!

 

 

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