I DANNI DA SHOCK DOPO L’ATTENTATO TERRORISTICO
del dottor Giorgio Rossi
Proprio in coincidenza dell’anniversario dell’indimenticabile evento dell’11 settembre alle Torri Gemelle , sono stati resi noti i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica statunitense “ Alzheimer’s and Dementia: Diagnosis, Assessment e Disease Monitoring” ( primo autore Prof. Sean A. Clouston della Stony Brook University di New York) che, a detta degli autori stessi, sono sconcertanti.
A distanza di 15 anni l’eco dello shock vissuto tra le macerie del World Trade Center riecheggia ancora forte e devastante nella mente dei testimoni dell’attentato terroristico, minacciandone costantemente la salute psichica, ma anche le capacità intellettive.
Il cosiddetto “ disturbo post-traumatico da stress (Ptsd), scatenato dall’esperienza sconvolgente, sembra infatti associato al deterioramento cognitivo.
Il legame tra disturbo da stress post traumatico e demenza era già emerso in studi sui veterani di guerra. Ora la prima indagine sui protagonisti dei soccorsi alle Torri Gemelle dimostra che anche per loro vale lo stesso: rivivere costantemente il trauma può mandare in tilt le abilità intellettive.
Lo studio è stato condotto su 800 persone intervenute sul luogo dell’attacco alle Torri Gemelle per prestare soccorso alle vittime.
Un quinto dei primi soccorritori che si sono precipitati nell’inferno di Ground Zero hanno dovuto convivere negli anni successivi con i sintomi del Ptsd: incubi che tolgono la voglia di dormire, immagini che irrompono all’improvviso nelle attività quotidiane, suoni innocui che evocano invece ricordi terrificanti.
Oltre a tutto ciò molti dei protagonisti delle operazioni di salvataggio dell’11 settembre 2001 devono fare i conti con precoci deficit di memoria e apprendimento.
Il 12,8 % del campione esaminato ha infatti ottenuto nei test risultati indicativi di un declino cognitivo mentre l’1,2 % potrebbe essere affetto da demenza. E si tratta di persone giovani che non hanno subito alcun trauma cranico durante le operazioni di soccorso.
Lo studio, il primo a indagare il legame tra Ptsd e declino cognitivo tra i soccorritori dell’11 settembre, è stato condotto solamente su una parte dei 33 mila “angeli” delle Torri Gemelle accollti sin dal 2002 nel percorso di assistenza World Trade Center (WTC) Health Program of Center for Desease Control and Prevention.
Se i dati del campione ristretto valessero effettivamente anche per tutti gli altri, lo scenario presenterebbe numeri assai preoccupati: tra i 3000 e i 5.300 individui potrebbero presentare un deterioramento cognitivo e tra i 240 e 810 potrebbero essere a rischio di demenza.
Non è la prima volta che gli scienziati si accorgono che i traumi psichici che impongono alle vittime ricorrenti incubi notturni e improvvisi flaschback a occhi aperti vanno di pari passo con il deterioramento delle capacità cognitive . L’associazione era già emersa in un ampio studio sui veterani di guerra che forniva prospettive allarmanti per i soldati rientrati a casa: per i reduci con Ptsd il rischio di demenza è raddoppiato.
Gli autori di questo nuovo studio sui soccorritori dell’11 settembre propongono di andare oltre la semplice constatazione del nesso tra Ptsd e demenza e suggeriscono la possibilità di considerare i sintomi intrusivi del disturbo post traumatico come campanelli d’allarme, se non veri e propri indicatori, di malattie mentali.