‘Attenti al Gorilla’: l’incredibile sentenza di un Giudice di Pace

UNA SENTENZA DI UN GIUDICE DI PACE ROMANO CHE METTE A TACERE ANNI DI LITI CONDOMINIALI

di Avv. Valentina Copparoni (Studio Legale associato Rossi-Papa-Copparoni)

tribunale29 giugno 2014-In un clima quasi estivo dove ogni giorno siamo assaliti, purtroppo, da notizie di cronaca che ci rendono poco ottimisti e creano dubbi pesanti sulla capacità dell’uomo di sapere vivere cercando quantomeno la serenità racchiusa in piccole cose, mi ritrovo a leggere una sentenza di qualche anno fa di un Giudice di Pace romano . Una sentenza che forse riesce a strapparci un sorriso, magari a ben vedere si tratta di un sorriso amaro, non condiviso o condivisibile da tutti, ma pur sempre un sorriso.

Ricostruiamo la vicenda.

Siamo in un condominio. I “protagonisti”, se vogliamo chiamarli cosi, sono 4 condòmini (DMA, IS, NMG,BG) che da anni si affrontano in continui litigi che nel tempo danno vita a numerosi procedimenti penali per ingiurie e minacce reciproche. A volte qualcuno è dalla parte della persona offesa, altre volte dalla parte dell'”ingiuriante” o “minacciante”.
Si tratta, insomma, di un quadro ben noto a chi frequenta le aule di udienza penale dei Giudici di Pace ove un numero impressionante di processi sono scaturiti proprio da insulti, offese e minacce pronunciate durante litigi tra condomini. In alcuni casi, certamente quelli più gravi, la giurisprudenza è arrivata a configurare anche il reato di “stalking condominiale” .

Nel nostro caso abbiamo 4 condòmini-imputati:

DMA, del reato di cui all’art. 594 del codice penale, per aver offeso l’onore ed il decoro di IS, proferendo nei suoi confronti le seguenti espressioni: “mi hai rotto i coglioni, stronzo, ladro, vattene dentro, avete fatto tutti e tre un’associazione per delinquere” “faccio quello che mi pare, vai a cagare”.

DMA, del reato di cui agli art. 81, 594 del codice penale, perché offendeva l’onore e il decoro di IS e TC pronunciando le seguenti espressioni: “andate a cagare, andatevene a casa vostra, sei un servo, sei un ladro e tu sei una papera“.
IS, del reato di cui agli artt. 81 e 594 del codice penale perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, offendeva l’onore e il decoro di DMA pronunciando nei suoi confronti le seguenti espressioni: “vecchia, stronza bavosa, figlia di …”

IS, del reato di cui agli articoli 81 e 612 comma 1 del codice penale perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, minacciava un danno ingiusto a DMA pronunciando nei suoi confronti le seguenti espressioni: “non ti vogliamo … ti mandiamo in ospedale per parecchi giorni … te la faremo pagare“.

NMG, del reato di cui agli articoli 81 e 612 comma 1 del codice penale perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,minacciava un danno ingiusto a DMA pronunciando nei suoi confronti le seguenti espressioni: “quando li incontro con la macchina ti metto sotto”.

BG, del reato di cui agli articoli 81 e 612 comma 1 del codice penale perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, minacciava un danno ingiusto a DMA pronunciando nei suoi confronti le seguenti espressioni: “non ti vogliamo … ti mandiamo in ospedale per parecchi giorni … te la faremo pagare“.

Ed ecco il diritto “creativo” contenuto nella motivazione della decisione del Giudice di Pace che assolve tutti gli imputati:

“il luogo dove si vive, trascorrendo in esso la maggior parte delle tempo, dovrebbe essere luogo di ristoro, di rilassamento, di pace.

Così non è per le quattro persone e relative famiglie che vivono al numero XXX di via YYYYYY. DMA è al piano terra con le figlie. BS è al primo piano. La famiglia di IS è al piano terra, confinante con la DMA, con il primo piano, BS lo stesso, la famiglia di NMG.

Quattro famiglie che hanno dato vita a diversi fascicoli che vedono la DMA rispettivamente nella veste di persona offesa e di imputata.

Qualcosa, è evidente, non gira per il verso giusto.

La DMA è intollerante, suscettibile e prende fuoco per un nonnulla? Il BG, l’IS e la NMG sono più tolleranti e meno suscettibili della DMA? Non sembra, tanto è vero che i fascicoli che vedono la DMA nella veste di imputata sono nove (…) Non si contano poi i fascicoli archiviati con la DMA sempre imputata!!

Che cosa si intende fare? Desiderate piantate le tende nelle aule del GdP? Non è salutare nella vita ci sono cose migliori e più importanti che gareggiare “nel fargliela pagare”.

Esaminando poi, sia quanto riportato nelle rispettive imputazioni che quanto riferito dalle varie testimonianze escusse, i fatti sono in sé sono paragonabili a quelle piccole “beghe” che si registrano nelle scuole materne, dove i bambini, a motivo della loro età e quindi della mancanza di esperienza e di capacità di proporzione nel valutare i problemi che vivono nell’interno delle stesse scuole, danno vita a dispetti e piccoli litigi che appunto sono tipici del tempo in cui si verificano.

Ma l’età scolastica è stata largamente ed abbondantemente superata per cui è necessario e salutare per tutti che “la si pianti una volta per tutte”.

La DMA smetterà di (incomprensibile) parole che, (incomprensibile), si rivolge “l’intenzione di farla offendere e di volerla allontanare dalla sua casa”, gli altri altrettanto dovranno smettere di raccogliere la palla al balzo per presentare querele che costano tempo e molti soldi. Questi ultimi possono essere spesi in modo più proficuo per tutti, mangiateveli, organizzate ogni tanto una cenetta tutti assieme, una volta a ciascuno mettendo a disposizione la propria casa e a rotazione, vi troverete tutti in migliore salute, in buona armonia e perlomeno in santa pace e così anche noi giudici assegnatari dei vostri fascicoli.

Se poi qualcuno ha piacere di trascorrere il proprio tempo all’interno dei locali dove si discute di problemi personali da chiarire, utilizzate Forum o Verdetto Finale, sono (incomprensibile) ma qui no!!!

Insomma, una sentenza a dire poco “originale” su cui lascio ai lettori ogni commento.
A volte si parla dell’incredibile mondo dei Giudici di Pace. Forse per alcuni si tratta di una sentenza condivisibile, per altri di una vera e propria aberrazione giuridica.
Certamente il problema del sovraccarico dei Tribunali e degli Uffici dei Giudici di Pace è molto serio tanto che la depenalizzazione è stato oggetto anche della recente Legge 28 aprile 20147, n. 67 in materia di delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, con disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.
In particolare il Governo e’ stato delegato ad adottare uno o piu’ decreti legislativi per la riforma della disciplina sanzionatoria dei reati e per la contestuale introduzione di sanzioni amministrative e civili, alleggerendo in questo modo il carico dei processi penali che arrivano ad essere celebrati nelle aule. In altre parole si chiede di trasformare in illeciti amministrativi tutti i reati per i quali e’ prevista la sola pena della multa o dell’ammenda, ad eccezione di alcune materie (edilizia e urbanistica; ambiente, territorio e paesaggio; alimenti e bevande; salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; sicurezza pubblica; giochi d’azzardo e scommesse; armi ed esplosivi;elezioni e finanziamento ai partiti; proprieta’ intellettuale e industriale) e di trasformare in illeciti amministrativi una serie specifica di reati abrogandone altri.

Insomma, in un ordinamento come il nostro in cui vige il principio cardine dell’obbligatorietà dell’azione penale, si tenta di far si che le azioni penali esercitate riguardino condotte effettivamente offensive e lesive di determinati beni giuridici, lasciando il resto fuori dalle aule di giustizia e dentro, tutt’al più, improbabili contenuti televisivi.

 

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