PRESENTATO IL PROGETTO DEL GOVERNO PER NON SOVRACCARICARE IL TERRITORIO CON STRUTTURE TROPPO GRANDI
della Dott.ssa Fratini Fedora
Il Ministro dell’Interno Minniti si propone di gestire il problema dell’immigrazione partendo dalla politica delle espulsioni degli irregolari, attraverso la creazione di nuovi e numerosi CIE (Centri di Identificazione e di Espulsione).
Ad oggi si contano quattro CIE nella nostra penisola e sicuramente gli stessi si sono dimostrati tutt’altro che idonei a fronteggiare le esigenze dei migranti.
Il piano del Viminale, che sarà presentato ai governatori delle Regioni alla Conferenza Stato-Regioni del prossimo 18 gennaio, prevede l’apertura di un CIE in ogni Regione (tranne in Molise e in Valle d’Aosta), con un massimo di cento posti ciascuno, dove potranno essere accolti solo immigrati senza documenti e con un profilo sociale che li presenta come “pericolosi” (ladri, spacciatori, etc…).
Sarà, inoltre, creata una Commissione permanente centrale e sarà nominato un garante in ogni CIE, per vigilare sulle condizioni nelle quali i migranti rinchiusi si troveranno.
Il Ministero dovrà, altresì, siglare accordi con i Paesi d’origine dei migranti che verranno rimpatriati e sono previsti incentivi (consisteranno nel pagamento del viaggio e nella donazione di 3000 euro per affrontare il viaggio stesso) a rimpatri volontari per chi proviene dal Pakistan e dall’Afghanistan, Paesi con i quali si prevede non sia possibile firmare accordi.
Per la verifica del diritto di asilo, si prevedono provvedimenti (dei quali nulla viene specificato) che velocizzino le pratiche e l’impiego del richiedente asilo in lavori socialmente utili durante l’attesa di definizione della pratica.
Quanto previsto dal piano illustrato, tuttavia, si ritiene che non abbia tenuto conto non solo dell’opinione popolare, soprattutto con riferimento alla misura dell’incentivo ai rimpatri volontari (date le condizioni di difficoltà in cui versano molti cittadini italiani, come quotidianamente trasmesso e divulgato dai media e non solo), ma anche dei tempi dilatati per la definizione dei processi (in altre parole, come potranno, in pratica e non in teoria, essere velocizzate le pratiche di richieste asilo, se sono ancora pendenti milioni di cause e se i Tribunali sono intasati, nonché carenti di magistrati?).
I numeri stessi, inoltre, rivelano le difficoltà di attuazione del piano del Ministro Minniti: 15000 immigrati espulsi tra il primo gennaio 2014 e dicembre 2016, su un numero totale di arrivi che ha toccato le 500000 unità (così prospettano, nel piano si prevedono 1600 posti totali nei CIE ed è ormai noto che i tempi delle espulsioni sono tutt’altro che veloci e che, se sprovvisti di documenti, non sarà facile definire i soggetti come “pericolosi”).
L’obiettivo del Ministro sarà quello di portare il numero delle espulsioni su base annua a 10000 unità (contro le 5000 attuali) e successivamente a 20000.
Di fatto, i migranti saranno un punto centrale della campagna elettorale e su questo terreno si giocheranno molti voti e la proposta descritta ha già acceso reazioni forti da parte delle altre forze politiche e sociali.