PARCO DEL CONERO, SITO DA VALORIZZARE
SIROLO (AN) – di Marco Benedettelli – È un luogo millenario, immerso nel silenzio della vegetazione sempre verde che copre densa e intricata il versante del Monte Conero affacciato sull’Adriatico. Il Romitorio di San Benedetto, noto anche come di Grotta o Pietra dell’Abate, è un antro scavato dall’uomo, dove già probabilmente, intorno all’anno 1000, eremiti si ritiravano per meditare e intorno al quale per secoli la storia del Monte ha continuato a pulsare, fra costruzioni successive e insediamenti napoleonici e nazisti. Oggi quel luogo è molto difficile da visitare poiché si trova nella zona della riserva integrale del Conero, e quindi per raggiungerlo è necessario chiedere autorizzazione all’Ente Parco, senza cui si può incappare in segnalazioni e sanzioni. Nemmeno la Forestalp, fra le tante iniziative di quest’anno, ha in calendario passeggiate verso questo sito vietato ai turisti.
La grotta non è facile da trovare, anche se non è distante dall’ex Convento dei Camaldolesi. Si arriverebbe in circa 30 minuti di cammino, imboccando un sentiero già immerso nella zona di riserva integrale (dove è già presente il divieto di passaggio) che parte dal parcheggio presso l’Hotel Monte Conero. Da qui si scende finché non si prende il terzo sentiero che si apre sulla destra. Si tratta dell’incrocio con un vecchio stradello, il numero 2, che collega Portonovo alle Due Sorelle. Un percorso non incluso fra i sentieri del Parco, ma che qualche escursionista ha riportato in vista marcandone il passaggio con dei segnali giallo-rossi. Dopo la svolta si scende ancora per circa un quarto d’ora, finché non si giunge a una piccola apertura nella radura che ospita il romitorio. Siamo sulla sommità di un balcone roccioso che sovrasta, quasi in verticale, quella che fu la ormai franata Grotta degli Schiavi. L’ipogeo non è di grandi dimensioni. È lungo 5 metri e largo 3,40 metri, ha un antro di entrata e poi una seconda finestrella. La parete di fondo è scavata a formare un altare di pietra e due panche laterali. All’esterno, coperta dalla vegetazione, è incisa una vecchia croce greca. Sul piazzale si apre un pozzo di una cisterna profonda 6 metri ormai asciutta e intorno sorgono muriccioli e altri costrutti d’epoche differenti. Ruderi comunque di una vecchia chiesa costruita mille anni fa e caduta in disuso alla fine del XIX secolo.
(tratto da Urlo mensile di resistenza giovanile)