Il sistema elettorale italiano: evoluzione storica e problemi attuali dell’Italicum

ANALISI GIURIDICA DEI SISTEMI ELETTORALI ITALIANI

di Dott.ssa Amii Caporaletti

UnknownAlla luce delle vigenti vicissitudini politiche che hanno interessato il nostro Paese, uno dei più grandi interrogativi politici è sicuramente rappresentato dagli interventi legislativi che si ritengono necessari per la creazione e promulgazione della nuova legge elettorale italiana.

Tuttavia, prima di addentrarsi sulle caratteristiche e problematiche dell’attuale sistema elettorale vigente, (c.d. “Italicum”), è necessaria una preventiva disamina sui sistemi elettorali esistenti e sulla loro evoluzione storica e politica nel panorama italiano.

Pertanto, in primo luogo, si evidenzia come i sistemi elettorali possano essere: maggioritari o proporzionali.

Principali caratteristiche:

Sistema elettorale maggioritario : è caratterizzato da un massimo collegamento tra elettori e candidati, è finalizzato ad evitare un’eccessiva frammentazione parlamentare, facilitando l’ingresso nel parlamento di spiccate personalità politiche.

Gli svantaggi rappresentanti dal predetto sistema si traducono nella compressione della rappresentatività dei partiti politici minori, per i quali viene impedito l’accesso in parlamento.

Generalmente vengono previsti dei correttivi, che normalmente sono rappresentanti dal ballottaggio e dal premio di maggioranza attribuito alla forza politica che, pur essendo vittoriosa non abbia raggiunto percentuali elevate in grado da assicurare alla stessa, una maggioranza stabile.

Sistema elettorale proporzionale : con tale sistema viene assicurato ai diversi partiti politici un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti, con l’impiego di due principali metodi di conteggio e ripartizione: il metodo del quoziente e il metodo d’hondt.

I vantaggi di tale sistema proporzionale sono rappresentati dalla garanzia, per i cittadini, che tutte le loro scelte siano rispettate con l’ingresso in parlamento, di tutti i partiti politici votati che abbiano raggiunto una soglia minima di voti.

Il principale limite di tale sistema viene individuato nell’elevato rischio che si possa verificare una situazione di eccessiva frammentazione politica nelle aule parlamentari, in grado di ostacolare la formazione della maggioranza di Governo e la governabilità del Paese.

Anche qui, vengono individuati correttivi come : clausola di sbarramento (viene cioè stabilito un numero minimo di voti che il partito deve raggiungere per ottenere uno o più seggi in Parlamento) e il premio di maggioranza in favore della forza politica che ha ottenuto maggiori consensi ( consistente nell’attribuzione al partito politico vincente, di in un numero di seggi superiore rispetto ai voti ottenuti).

Ricapitolando: nei sistemi maggioritari viene privilegiata, attraverso un sistema di bipartitismo, la stabilità politica e la governabilità, mentre nei sistemi proporzionali primeggia la rappresentatività e la democraticità delle assemblee elettive.

I SISTEMI ELETTORALI STORICAMENTE PRESENTI IN ITALIA

Fino al 1993 l’Italia ha adottato il sistema elettorale proporzionale, che è stato tuttavia superato dalla riforma del 1993, che portava il nome della legge “Mattarellum”. Con tale sistema veniva di fatto introdotto un sistema misto, secondo il quale, per ¾ del parlamento il sistema di ripartizione era maggioritario, per ¼ invece restava proporzionale.

Con la successiva legge n. 270/2005, si introduceva la legge “Porcellum” con la quale veniva reintrodotto il sistema proporzionale, ma con correttivi, come : liste bloccate (ossia i cittadini non erano liberi di scegliere, trai vari candidati il nominativo che preferivano, ma questi venivano indicati direttamente da liste realizzate dai vari partiti politici), premi di maggioranza e soglie di sbarramento.

Con sentenza n. 1/2014, il predetto sistema elettorale veniva dichiarato dalla Corte Costituzionale, costituzionalmente illegittimo. Tra i punti principalmente ritenuti in conflitto con la Carta costituzionale, primeggiavano:

  • il premio di maggioranza che veniva attribuito alla coalizione o alla lista che avesse ottenuto il maggior numero di voti validi espressi e che non avesse già conseguito autonomamente 340 seggi. Alla lista o alla coalizione vincente venivano assegnati i seggi mancati per arrivare ai 340, a prescindere dai voti effettivamente ottenuti;

  • presenza delle liste bloccate, in grado di pregiudicare e limitare le libere scelte dei consociati.

A seguito della dichiarazione di incostituzionalità della legge “Porcellum”, con la l. 52 del 2015 è stato introdotto l’attuale sistema, ossia l’italicum.

Le principali caratteristiche del sistema elettorale vigente sono :

  • possibilità per i cittadini italiani che si trovano all’estero di poter esprimere il loro voto;

  • previsione del raggiungimento della soglia minima dei voti del 3% (cd. soglia di sbarramento) dei voti validi su base nazionale per l’attribuzione dei seggi parlamentari;

  • attribuzione alla lista che ottiene almeno il 40% dei voti validi su base nazionale di 340 seggi;

  • in caso di mancato raggiungimento del 40% da parte di un partito politico, previsione del ballottaggio tra gli schieramenti che hanno ottenuto maggiori consensi;

  • i seggi sono successivamente ripartiti nelle circoscrizioni, in misura proporzionale al numero di voti che ciascuna lista ha ottenuto.

Contro l’Italicum sono state sollevate numerose eccezioni costituzionali, rispettivamente da parte dei tribunali di Messina, Torino e Perugia, tantochè per il 24 gennaio 2017, è stata fissata l’Udienza dinnanzi alla Corte costituzionale, volta all’esame dei ricorsi.

In attesa quindi di scoprire quali sono le sorti del paese alla luce della vittoria dei No al referendum costituzionale, e delle successive dimissioni del Presidente del Consiglio Renzi, non resta che aspettare il 24 gennaio p.v., nell’attesa di conoscere il giudizio della Corte Costituzionale. 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top