Via libera ai fuochi di artificio ed ai botti nel capodanno capitolino
Di dott.ssa Amii Caporaletti
Non c’è pace per il sindaco di Roma, Virginia Raggi.
Il Tar del Lazio con un decreto cautelare urgente, ha accolto il ricorso presentato dai produttori di fuochi d’artificio, Asspi (associazione pirotecnica italiana) e Anisp (Associazione nazionale imprese spettacoli pirotecnici), sospendendo l’ordinanza con la quale il Comune di Roma ha vietato, per le giornate dal 29 dicembre al primo di gennaio, l’utilizzo di materiale esplosivo, petardi e quant’altro, possa minare la serenità della capitale.
Il provvedimento oggetto di sospensione prevedeva il divieto assoluto “di usare materiale esplodente, utilizzare fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici” e di “usare materiale esplodente anche ‘declassificato’ a meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali”. Inoltre, “l’inosservanza degli obblighi e dei divieti”, avrebbe comportato l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria a partire da 25 euro fino a 500 euro oltre al sequestro amministrativo.
Lo scopo dell’ordinanza comunale era quello di adottare misure idonee a garantire l’incolumità pubblica, la sicurezza urbana, e la protezione degli animali.
Il 25 gennaio, giorno in cui è stata fissata l’udienza di merito, si analizzeranno in dettaglio le ragioni delle parti, anche se ormai il capodanno avrà portato i suoi effetti sugli animaletti romani.
Ad oggi sembrerebbe che la decisione del tribunale regionale sia dettata non solo da ragioni di ordine sostanziale, ma anche di tipo procedurale. L’ordinanza comunale è stata infatti pubblicata presso l’albo del Campidoglio senza essere stata precedentemente trasmessa alla Prefettura, come previsto nell’ordinario iter procedimentale.
Il decreto cautelare monocratico del Tribunale amministrativo ha spiegato che “il provvedimento impugnato, nella sommaria delibazione propria della presente sede cautelare, non appare sorretto da un’idonea istruttoria né, tantomeno, da una sufficiente motivazione, tenuto in particolare conto che trattasi di un’ordinanza contingibile ed urgente che inibisce l’uso di qualsivoglia tipologia di materiale esplodente, per giunta sull’intero territorio comunale”.
Il presidente del Sindacato Nazionale operatori pirotecnici, il signor Friscira, ha precisato come la sospensione dell’ordinanza rappresenti un monito nei confronti di quei sindaci che con ordinanze “copia incolla” hanno vietato tutti i prodotti pirotecnici, indistintamente, ricomprendendo nel divieto anche prodotti con certificazione UE che garantiscono il rispetto della soglia di sopportazione umana e animale.
In attesa di conoscere le motivazioni del Tar, è necessario evidenziare come il comune di Roma non sia il solo ad aver vietato l’utilizzo di botti, ma numerosi sono stati gli interventi di questo genere adottati nei vari comuni italiani (se ne contano più di mille), tra i quali figurano grandi città come Campobasso, Torino e Jesolo.