OVVERO COME LA MALAVITA LUCRA SULLA MALATTIA
del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)
Il Wall Street Journal di due settimane fa riporta una notizia particolarmente allarmante, riguardante il traffico di farmaci rubati e contraffatti che coinvolge ormai molti paesi europei. Il famoso giornale di New York cita fonti italiane, in particolare riporta l’intervista al dirigente dell’Ufficio Anticontraffazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), secondo il quale i furti dei farmaci verificatesi negli ultimi mesi in varie parti d’Europa non sarebbero fatti isolati, ma farebbero parte di una strategia precisa della malavita organizzata, tra cui la camorra e clan criminali dell’Europa dell’Est, specie Ungheria, Romania e Lettonia. I farmaci vengono rubati negli ospedali o dai camion che li trasportano, quindi dirottati verso compiacenti che li tengono in custodia in attesa che si calmino le acque, poi inviati in specifiche destinazioni ove si interviene sui principi attivi che vengono manomessi, in genere diluendoli in modo di ottenere un maggior numero di confezioni, del tutto inefficaci, se non addirittura dannose, e poi vendute al mercato nero. I più richiesti sono i farmaci costosi ed in particolare gli antitumorali.
Solo in Italia, dalle indagini condotte dai carabinieri dei NAS, è emerso che fino a cinque camion al mese carichi di farmaci anticancro sarebbero stati trafugati. Tra questi ci sarebbero l’Herceptin ( Roche) indicato per il trattamento del tumore alla mammella e allo stomaco, l’Alimta (Eli Lilly) indicato nel mesotelioma pleurico e nel cancro del polmone, il Remicade farmaco non antitumorale indicato nell’artrite reumatoide. Non solo Europa e non solo furti di antitumorali, ma il business dei farmaci contraffatti è ormai globalizzato. Secondo l’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità) in alcune regione di Asia, Africa e America Latina più del 30% dei farmaci in commercio sono falsi. In paesi come la Nigeria i farmaci taroccati rappresentano la seconda fonte di ricchezza dopo il petrolio. Nella città vecchia della capitale indiana, Old Dheli, tra la miriade di vicoli e vicoletti è presente un fitto traffico di antibiotici, antidepressivi, antimalarici, tutti realizzati mescolando gesso, acqua e starne polveri colorate senza neanche l’ombra dei principi attivi.
Il “ business dell’inganno” come viene definito dagli esperti, fatto di pastiglie, capsule, compresse fiale tutte perfettamente identiche a quelle regolari che troviamo nelle farmacie , ma tutte rigorosamente inefficaci. Un traffico in costante aumento che muove cifre di denaro superiori a quelle della cocaina e rispetto a questa miete anche un maggior numero di vittime.
La FDA (Food and Drug Administration) statunitense ha stimato che, se una organizzazione criminale investisse mille dollari, il ritorno dell’investimento sarebbe di 3300 dollari per la fabbricazione di banconote false, di 20.000 per il traffico di eroina, di 43.000 per il contrabbando di sigarette; tra i 40.000 e i 100.000 per la contraffazione dei software; 500 milioni di dollari per lo smercio di farmaci falsi solo per la disfunzione erettile.
In tutto questo traffico illegale, un ruolo primario viene giocato da Internet. Un’indagine svolta in Italia in collaborazione con OMS, Aifa, Istituto Superiore di Sanità e Carabinieri del NAS, ha evidenziato che il 50% dei farmaci venduti via Internet sono riconducibili ad una truffa: solo il 5% dei farmaci giunti al destinatario dell’ordine è autentico, il 20% è contraffatto e il restante è illegale, cioè composto da copie non autorizzate.