PERICOLO GERMI SECONDO UNO STUDIO AMERICANO
del dottor Giorgio Rossi
Uno studio da poco pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology avverte: quando si tratta di germi, c’è da temere più per la sabbia su cui si siede che l’acqua in cui si nuota.
Lo studio ha evidenziato una maggiore abbondanza di batteri nella sabbia che nell’acqua.
E’ noto che le acque reflue possono contaminare l’acqua del mare. Chi entra in contatto o ingoia accidentalmente l’acqua contaminata dagli scarichi può andare incontro a diarrea, mal di stomaco, ma anche eruzioni cutanee.
Tuttavia mentre l’attenzione della maggior parte di noi è rivolta verso l’inquinamento dell’acqua, i ricercatori hanno osservato che almeno negli ultimi 10 anni sulla sabbia si riscontrano livelli di batteri fecali da 10 a 100 volte maggiori di quelli delle acque del mare adiacente.
Per scoprire perché ciò avviene, i ricercatori hanno simulato in laboratorio cosa si verifica sulle spiagge e nel mare quando vengono contaminati scoprendo che la sabbia è più inquinata e che i batteri tendono a scomparire molto più lentamente nella sabbia che nel mare. E in tal modo si accumulano nel tempo.
La sabbia, infatti, ha un biofilm che potrebbe incorporare i batteri e in tal modo fornisce loro un rifugio. Inoltre, a differenza dell’acqua più superficiale, può dare una schermatura ai raggi del sole che potrebbero ucciderli.
La conclusione per i ricercatori è semplice: per le autorità che valutano la qualità delle acque, è giunto il momento di allargare le proprie indagini concentrandosi anche sulla sabbia. Mentre per chi va al mare, è meglio stendere il proprio asciugamano pulito prima di sedersi, specie se si tratta di bambini.