UNO STUDIO DIMOSTRA CIÒ CHE NOTORIAMENTE SI DICE
del dottor Giorgio Rossi
Ci stiamo avviando verso il periodo dell’anno in cui solitamente l’influenza raggiunge il suo massimo.
Influnet, il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità attesta che, a tutt’oggi, sono stati registrati 1,64 casi di influenza ogni 1000 assistiti e, finora, il valore dell’incidenza è inferiore a quello raggiunto in molte delle precedenti stagioni.
Quest’anno abbiamo un’influenza lenta e non particolarmente intensa, anche se i virus circolanti sono stabili; ciò verosimilmente grazie alle temperature piuttosto alte riscontrate, eccetto quest’ultima settimana, durante questo inverno.
Augurandoci che continui così, resta il dato di fatto che, pur con le dovute eccezioni, l’uomo sia messo KO dall’influenza: il termometro sale di qualche tacca e lo si trova a letto, “ agonizzante”.
Mentre la donna, anche con l’influenza, è spesso una “tigre”, non si ferma, resta presente sul luogo di lavoro e, soprattutto, si lamenta meno.
Questa superiorità femminile non è più uno stereotipo, ma ha una solida base scientifica.
E’ quanto hanno dimostrato i ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora in uno studio, pubblicato su American Journal of Physiology del dicembre 2015, in cui si dimostra che il merito è dovuto agli ormoni femminili estrogeni che hanno un effetto antinfluenzale.
Per arrivare a questo, i ricercatori hanno usato cellule epiteliali della mucosa nasale raccolte da adulti maschi e femmine e coltivate in vitro separatamente. Queste cellule sono poi state messe a contatto sia con l’estrogeno naturale – 17-beta-estradiolo- prodotto dall’organismo, sia con estrogeni artificiali -farmaco-
Nelle cellule così preparate è stato posto il virus A dell’influenza.
Dopo un adeguato periodo di incubazione, i ricercatori hanno osservato che nelle colture di cellule maschili il virus si era riprodotto con molta maggior rapidità ed in maggior quantità rispetto alle analoghe cellule femminili.
Ciò significa che nel maschio si sarebbe manifestata la malattia influenzale con maggior aggressività rispetto alla femmina.
Il meccanismo di questa protezione è stato individuato, non tanto nella presenza dell’ormone estrogeno, presente in entrambe le colture cellulari, quanto nella presenza nelle sole cellule femminili dei recettori per l’ormone estrogeno, particolari molecole proteiche che fungono da “presa” per ricevere la “spina” estrogeno.
Altri studi avevano già dimostrato che gli estrogeni hanno proprietà antivirali contro l’Hiv, Ebola e virus dell’epatite, ma per la prima volta è stato individuato il meccanismo che media questo effetto : il recettore degli estrogeni.