Intervista a Marzia Licata, autrice di “D”

APIRO, 8 MARZO ’13 – Nell’ambito della stagione teatrale “Lo Strappo nella Tela”, curata ed organizzata da Fiorenza Montanari, Andrea Quatrini e Antonio Lucarini, domani, venerdì 8 marzo, al teatro Mestica di Apiro (MC), alle ore 21:00, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, debutterà lo spettacolo “D”.
“Fatto e Diritto” è oggi ospite della regista Marzia Licata, la quale vanta già molte esperienze nell’ambito del teatro amatoriale: è andata in scena molte volte con la scuola di teatro “Petite Ecole” di Gianfranco Frelli, ha partecipato numerose volte come attrice e regista di spettacoli all’interno della “Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola” di Serra San Quirico (AN), oltre a varie esibizioni negli spettacoli della compagnia apirese “Il Giardino Del Pero”.
Cosa si prova prima del debutto di uno spettacolo di cui sei ideatrice, autrice, interprete e regista?”
“In passato le mie esperienze in ambito teatrale sono state legate al ruolo di attrice o di regista, ma sempre in spettacoli non scritti da me. “D” rappresenta, invece, la mia prova volta come regista di un testo su cui ho lavorato personalmente e direttamente. Le mie sensazioni? Sicuramente  posso dire che è molto più semplice interpretare  o dirigere scritti di altri autori: hai una pressione diversa e non metti in gioco qualcosa che ti appartiene completamente, come invece faccio in questo momento. Nonostante questo, sono giustamente tesa ed allo stesso tempo spero in una buona riuscita di “D”.”
Quali aspetti della femminilità e dell’essere donna hai voluto mettere in scena?”
“Volevo far risaltare la forza della donna che non si riconosce nella semplice esteriorità e si ribella alla condizione che le viene imposta da leggi, costumi o società. Nello spettacolo si parla di ragazzine che si sono ribellate alla mafia (Rita Atria, ndr), della libertà della donna che esplode da sotto il burqa, della modella che si accorge che ha bisogno di altro oltre alla bellezza per poter continuare a vivere; la complessità e la profondità di chi è transessuale”.
Mafia, vanità, transessualismo: temi forti e non scontati nel giorno dell’8 marzo”.
“In realtà questi temi non sono quelli centrali dello spettacolo, ma sono solo canali che ho voluto utilizzare per cercare di far passare un messaggio che potrebbe essere anche banale, ossia quello della bellezza interiore delle donne. Se si va a guardare, protagoniste dello spettacolo sono tutte donne giovani, adolescenti o poco più, che decidono di usare la propria testa e cercano di ribellarsi in qualche maniera a ciò che impedisce loro di realizzarsi pienamente. Mi limito a fare l’esempio di Rita Atria e delle adolescenti di oggi: per Rita l’ ostacolo era la mafia, ma le adolescenti di oggi possono avere ostacoli meno impegnativi, ma altrettanto forti come può essere un continuo bombardamento mediatico che, nella stragrande maggioranza dei casi, rende la donna una semplice opera d’arte che si esprime solo con il suo corpo. E risaltare esempi di ragazze, donne che, nonostante le difficoltà imposte dall’esterno, riescono ad essere se stesse, non limitandosi a recepire passivamente il ruolo che la società (occidentale, orientale, musulmana, etc…) vuole loro affibbiare, è quello che ho voluto fare”.
“Lo spettacolo può vantare tre collaborazioni eccellenti: le pittrici Simona Bramati e Paula Metallo, e l’insegnante di danza orientale Noemi Donati”.
“Con Simona siamo amiche da molto tempo e, proprio grazie a questo rapporto, sono riuscita a convincerla a realizzare un videoclip che sarà parte dello spettacolo, nel quale sono inserite anche alcune sue opere. Paula Metallo, invece, ha contribuito alla scenografia con la creazione di immagini doppie, adatte ai diversi monologhi, che saranno proiettate sullo sfondo per tutto lo spettacolo: Paula ha praticamente realizzato la scenografia. Noemi Donati è la mia insegnante di danza orientale che delizierà il pubblico con un assaggio della sua bravura”.
Allora “Fatto e Diritto” ti augura un grande successo e un mega in bocca al lupo per lo spettacolo di domani”.
“Grazie mille. Crepi il lupo! Però nel mondo del teatro, si usa un altro augurio…”
Merda?”
“Si”.
“Allora tanta merda!”
“Così va meglio! Grazie!”.
MOSE’ TINTI

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