«Johnny Cash è un vero eroe americano. Era di origini umili, come Abramo Lincoln, ed è diventato amico e fonte di ispirazione di carcerati e presidenti. Aveva il dono di far sentire chiunque la persona più importante del mondo» (Kris Kristofferson, cantante country e attore, nella prefazione del libro di Steve Turner Johnny Cash, la vita, l’amore e la fede di una leggenda americana).
Johnny R. Cash nasce nelle campagne dell’Arkansas nel 1932 e dopo aver incontrato sin da piccolo la musica gospel in chiesa e quella country ascoltando la radio, generi che in qualche modo lo accompagneranno per tutta la vita, si arruola in aviazione ed è durante la sua permanenza in Germania che inizia da autodidatta a suonare la chitarra. Dopo i primi singoli che sono subito di forte impatto, è nel 1957 che esce il suo primo disco da solista (“Jhonny Cash with his hot and blue guitar”) cui segue l’album gospel “Hymns by Johnny Cash”.
Il pubblico e la critica lo ammirano ma l’animo fragile che si nasconde dietro quell’aspetto imponente sembra reagire con difficoltà a questa notorietà e cosi inizia Cash a prendere sonniferi per riposare ed anfetamine per stare sveglio e proseguire nei concerti. Gli altri e bassi che gli provocano le medicine mescolate ad alcol e droghe si ripercuotono anche sulla sua vita professionale e personale che viene scandita anche da numerosi problemi giudiziari. E proprio in carcere, dove finisce nel 1968, che realizza l’album forse più noto “Jhonny Cash at Folson Prison”.
La voce inconfondibile e la versatilità sono sicuramente i tratti distintivi di Johnny Cash che percorre diversi generi musicali, dal country, al gospel, al blues collaborando conche con artisti del calibro di Bob Dylan con cui incide venti brani e degli U2 per i quali partecipa all’album “Zooropa” cantando il brano di chiusura The Wanderer.
Nella sua carriera artistica non manca anche la televisione. Nel 1969 infatti diviene il protagonista di un programma televisivo americano sulla ABC e nel 1971 interpreta “A gunfight”, film western con Kirk Douglas.
La musica però rimane la vita di Cash che continua sull’onda del successo con gli album “What is truth “” e “Man in Black” (che sarà anche il titolo di una sua autobiografia). A fine anni Ottanta sembra iniziato il declino dell “uomo in nero” ma nei primi anni novanta la rinascita con gli album “Unchained”, “American III: Solitary man” e “American IV: The man comes around“.
Nella sua lunga vita è stato anche paladino dei diritti dei più deboli (in particolare per la tutela dei nativi americani) e contro ogni forma di pregiudizio e povertà decide di vestirsi di nero come protesta. Nella sua carriera vende cento milioni di dischi, incide più di 1500 brani e uno dei suo pezzi più famosi, I Walk The Line, viene registrato da più di cento diversi artisti.
Muore il 12 settembre 2003, qualche mese dopo l’amata moglie June Carter, a causa di complicazioni del diabete che da tempo lo affligge e che gli provocano un arresto cardiaco. Da poco ha vinto il premio MTV Video Music Award con il video del brano “Hurt” cover di un brano dei Nine Inch Nails del 1994, personalmente uno dei brani preferiti del grande Cash.
“I hurt myself today
to see if o see if I still feel
I focus on the pain
the only thing that’s real
the needle tears a hole
the old familiar sting
try to kill it all away
but I remember everything
what have I become?
my sweetest friend
everyone I know
goes away in the end
and you could have it all
my empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt
I wear this crown of thorns
upon my liar’s chair
full of broken thoughts
I cannot repair
beneath the stains of time
the feelings disappear
you are someone else
I am still right here
what have I become?
my sweetest friend
everyone I know
goes away in the end
and you could have it all
my empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt
if I could start again
a million miles away
I would keep myself
I would find a way”
VALENTINA COPPARONI