Amsterdam, 15.04.2013 Justin Bieber, celebre cantante canadese, ha visitato l’Alloggio Segreto, la casa nascondiglio di Anne Frank ad Amsterdam. Impegnato nel tour europeo che prevedeva Sabato scorso un concerto ad Arnehm, nel Nord dell’Olanda, Bieber ha visitato Venerdì la casa di Anne Frank. Sul libro dei visitatori ha poi lasciato un commento: «Essere venuto qui mi ha davvero ispirato. Anna è stata una grande ragazza. Magari sarebbe stata una belieber»
La frase, riportata sulla pagina Facebook ufficiale dell’Anne Frank House, ha dato il via ad una serie di polemiche. Numerosi i commenti in cui il cantante viene attaccato per la sua frase, letta come un egocentrico tentativo di farsi pubblicità e una mancanza di rispetto nei confronti di una ragazza che è divenuta un simbolo della sofferenza ebrea. Paragonare Anne Frank ad una belieber, epiteto con cui vengono identificate le scatenate teenager fan di Bieber, è sembrato ai più non solo fuori luogo, ma anche offensivo. Tanto più che numerose fan hanno aspettato a lungo fuori dal museo nella speranza di vedere anche solo per un attimo il loro idolo, mancando quindi di rispetto, secondo molti, alla tragica storia e alle sofferenze di cui quella casa è stata custode.
C’è poi chi ha definito la frase lasciata da Bieber come “semplicemente” infelice, stupida o imbarazzante, forse un segno dell’immaturità del ragazzo.
Altri prendono invece le sue parti e interpretano il suo commento come un segno di rispetto e stima: sarebbe stato onorato di avere quella “grande ragazza” tra le sue fan. Alcuni vi leggono ancora la speranza che Anne avesse potuto vivere come una teenager normale, non toccata dalle sofferenze dell’Olocausto.
Per cercare di porre fine alla diatriba generata dal commento di Justin Bieber, la Anne Frank House ha pubblicato oggi un aggiornamento sulla sua pagina Facebook, dichiarando: “La Anne Frank House è stata lieta di accogliere Justin Bieber Venerdì scorso. Riteniamo molto positivo che abbia trovato il tempo di vistare il nostro museo. Era molto interessato alla storia di Anne Frank ed è rimasto per oltre un’ora. Speriamo che questa visita sia d’ispirazione ai suoi fan per scoprire di più sulla vita di Anne e magari leggerne il diario”.
L’edificio situato in Prinsengracht 263 ha ospitato ininterrottamente per più di due anni 8 ebrei, tra cui Anne Frank e la sua famiglia, che si nascosero nella “casa sul retro” per tentare di sfuggire alla persecuzione nazista: Anne teneva un diario, nel quale annotava ciò che succedeva nella casa, i suoi sentimenti e le sue angosce. Il nascondiglio fu scoperto dalle SS il 4 Agosto del 1944: tutti vennero deportati in diversi campi di concentramento e solo Otto Frank, padre di Anne, sopravvisse. Dal 1960 la casa di Anne Frank è stata aperta al pubblico ed ospita un museo conosciuto a livello internazionale: le stanze sono vuote perché dopo la deportazione i nazisti portarono via tutto a parte il diario della ragazzina. Tuttavia foto, documenti, oggetti personali di coloro che vi hanno trascorso oltre due anni in incognito, nella paura e nella speranza, e lo stesso diario di Anne aiutano i visitatori a comprendere la storia che quelle pareti custodiscono, testimoniando il dolore e la sofferenza della Shoa.
Michela Romagnoli