STRASBURGO, 30 Aprile 2013 – La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo decide sul caso Tymoshenko contro l’Ucraina, sentenziando la violazione di numerosi articoli della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo da parte dell’Ucraina. In particolare, il diritto di libertà e sicurezza, diritto ad una celere valutazione sulla legittimità della detenzione, diritto di risarcimento per ingiusta detenzione e limitazione dell’uso della restrizione dei diritti. In sostanza l’articolo 5 e 18 della Convenzione.
Il caso Tymoshenko riguarda la detenzione dell’ex Primo Ministro dell’Ucraina, Yuliya Tymoshenko, una detenzione avvenuta a seguito di un processo penale a suo carico nel quale veniva imputata di aver ordinato illegalmente la sottoscrizione di un contratto concernente l’importazione di gas dalla Russia. L’11 Ottobre 2011, fu condannata a 7 anni di reclusione da una Corte Ucraina.
Durante il procedimento penale, il 5 Agosto 2011, il giudice applica la custodia cautelare in carcere su richiesta dell’accusa. Per cui lo stesso giorno fu mandata alla struttura di carcerazione preventiva di Kiev, dove rimase fino alla fine di Dicembre. Dopodiché fu mandata alla colonia correttiva di Kharkive a scontare la pena.
Soffrendo di intolleranze alimentari, gastrite cronica, sciatica e problemi vascolari, la Tymoshenko sostiene che le condizioni di detenzione delle due strutture fossero inadeguate e che non ha ricevuto un trattamento sanitario appropriato. Dopo essere stata visitata da un team di medici e teschi e aver ricevuto cure mediche grazie ad una misura richiesta dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il 22 Aprile 2012 ritornò in prigione e intentò ricorso contro l’Ucraina.
La Grand Chamber della Corte ( composta come segue: Dean Spielmann (Luxembourg), President, Mark Villiger (Liechtenstein), Karel Jungwiert (Czech Republic), Ann Power-Forde (Ireland), Ganna Yudkivska (Ukraine), Angelika Nußberger (Germany), André Potocki (France), and also Stephen Phillips, Deputy Section Registrar.) ha deciso di accogliere il ricorso della Tymoshenko, dichiarando inammissibile solo il punto inerente alla violazione dell’articolo 3, sulle condizioni degradanti della custodia cautelare. Secondo la Corte infatti, la Tymoshenko ha ricevuto moltissima attenzione da parte delle autorità ucraine.
La Corte ha ritenuto invece che vi sia stata una violazione da parte dell’Ucraina degli articoli 5 para. 1 -4 -5 e 18 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo riguardanti il diritto di libertà e sicurezza, diritto ad una celere valutazione sulla legittimità della detenzione, diritto di risarcimento per ingiusta detenzione e limitazione dell’uso della restrizione dei diritti.
CLARISSA MARACCI