ANCONA, OK AL RECUPERO NEL PIANO NUOVA P.ZZA CAVOUR
– Ancona – di Giampaolo MIlzi
Per gli anconetani che non le hanno dimenticate sono le “panchine della vittoria”. Ricordano l’immane tributo di sangue, amor di Patria, sacrificio ed eroismo versato dai soldati italiani durante la prima guerra mondiale. E da soldati tenaci si sono comportate anch’esse, pur se piantate su una trincea diversa, di pace, quella della centralissima piazza Cavour. All’inizio, quando vennero magistralmente forgiate in ferro-ghisa dalla fonderia Cristofani di Lucca e installale tra il 1913 e i 1920, pare che le panchine fossero 32. Di pace, ma purtroppo, via via nei decenni, rivelatasi sempre trincea, piazza Cavour. Le metalliche panchine hanno infatti dovuto combattere contro le truppe del “generale tempo”, contro intemperie e atti di vandalismo. E contro la cronica assenza di adeguata manutenzione istituzionale. E’ andata a finire che, dopo un secolo di accanita resistenza, ne sono rimaste solo 14 a tenere alta la bandiera della memoria storica locale e nazionale. La buona notizia, che annuncia una nuova vittoria, è che torneranno a brillare, moltiplicate. Grazie al progetto di rifacimento dell’intera piazza, la cui prima e fondamentale fase dovrebbe essere ultimata entro l’estate 2015, e che sta per essere ufficialmente approvato dal Comune (progetto finanziato per 2 milioni e 200mila euro, di cui 1 milione e mezzo da fondi Par-Fars della Regione Marche e 700mila da fondi comunali).
In realtà le panchine propriamente riferibili alla vittoria della Grande Guerra, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario dell’inizio – in cui l’Italia entrò, secondo una retorica e bellicista espressione, nelle “radiose giornate del maggio” 1915 – ne resta sul campo, un po’ acciaccata, soltanto una. Chi vuol togliersi lo sfizio può andare ad omaggiarla, riscoprendone la fiera bellezza, a due passi dalla fontanella e dall’ex Caffè Latino (a sua vola ex Bar Gino), verso l’angolo dove inizia corso Stamira. Parte di una squadra ridotta e specialissima, in quanto riportante impresso in altorilievo sulla spalliera il testo del Bollettino della vittoria emanato alle ore 12 del 4 novembre 1918 dal generale Armando Diaz, capo di stato maggiore del Regio esercito. Ed è anche e soprattutto per questa squadra che è scattata la difficile “missione” in cui si è lanciato con successo l’architetto Maurizio Agostinelli, dirigente del Servizio municipale Verde-Edifici pubblici, artefice dello studio di massima per la nuova piazza Cavour. Roba da film, tipo “Salvate il soldato Ryan”, architetto… “Scherzi a parte, non sappiano quante effettivamente fossero originariamente la panchine col bollettno (almeno 4, pare, ndr.). Ma ne ho rinvenute altre due nel magazzino comunale di Vallemiano. – spiega Agostinelli – Le tireremo fuori, le aggiusteremo e ne realizzeremo ex novo ulteriori 6 dello stesso tipo. A differenza di quelle centenarie il testo del bollettino Diaz sarà riportato in una targa separata che fornirà anche sintetiche informazioni storiche e tipologiche sulla piazza”.
Ma ecco i numeri del bilancio complessivo della missione, approvata dalla Sopintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici: oltre alle 9 speciali, lungo i lati del quadrato centrale della piazza saranno riposizionate 49 panchine del tipo senza bollettino (per il resto uguali alle “sorelle”), molte dopo essere state recuperate dai depositi e restaurate, altre ricostruite; la nuova piazza sarà dunque forte di ben 58 panchine in ferro-ghisa (di cui 36 totalmente rifatte); molte di più quindi delle 32 presenti a partire dal periodo 1913-1920.
Di più, l’architetto Agostinelli non si è mica dimenticato delle massicce panchine in pietra. Cioè di quelle che nacquero con la stessa piazza, progettata nel 1862, all’indomani dell’unità d’Italia, ed inaugurata nel 1866; quelle che fin dall’inizio consentivano a coppie di fidanzati o consorti, e ai passanti in genere della “Belle Epoque”, di sedersi e ammirare la statua del padre della patria Camillo Benso Conte di Cavour opera del noto scultore risorgimentale Aristodemo Costoli Agostinelli: “Pare che fossero 32, e il nostro progetto intende anche in questo caso restaurare le sopravvissute e ricostruire tali e quali le tante scomparse”. Costo dell’impresa “Salvate le panchine Cavour”, tra i 100 e 150mila euro. Ma non c’è che dire, una bella, gloriosa, confortante e confortevole rivincita civile.
(FOTO DI DAVIDE TOCCACELI)