L’antiscienza che uccide e l’ignoranza che le crea i complici

TRAGICI CASI DI DONNE MORTE DI TUMORI GUARIBILI CURATI CON PSEUDO CURE MIRACOLOSE

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

imagesI due tragici casi di cronaca dei giorni scorsi della ragazza di Padova e della giovane madre di Rimini, decedute per tumori guaribili rifiutando le cure convenzionali, hanno riportato alla ribalta il grave problema delle cure miracolose che non hanno alcun fondamento scientifico.

E’ un fenomeno diffuso in tutto il mondo specie per le malattie tumorali, anche in paesi all’avanguardia nelle cure mediche come Stati Uniti ed Inghilterra e dove, con il carattere anglosassone, la malattia viene affrontata in modo molto razionale .

Quello che spinge questi pazienti ad abbandonare il certo per sole promesse è il timore degli effetti collaterali delle cure anticancro, in primis della chemioterapia.

Va ricordato che tutti i trattamenti oncologici attuali , dalla chirurgia, alla chemioterapia, alla radioterapia , alle terapie biologiche sono evolute molto negli ultimi anni diventando sempre meno invasive, sempre più efficaci e sempre più rispettose dell’integrità psico-fisica del paziente nella tutela della qualità di vita.

Eleonora Bottaro, la ragazza di Padova, studentessa dell’Istituto agrario, morta a18 anni per leucemia acuta , una malattia oncologica che può essere guarita, con l’uso della chemioterapia, nella misura di circa l’80-85% dei casi con il ritorno ad una vita del tutto regolare senza reliquati.

All’inizio di quest’anno la ragazza veniva ricoverata all’Ospedale di Padova dove veniva formulata la triste diagnosi e dove i medici consigliavano subito il trattamento con cicli di chemioterapia , ma i genitori si opponevano e firmavano la dimissione della figlia, all’epoca minorenne.

 

L’Ospedale aveva segnalato il caso al Tribunale dei minori, che aveva decretato la decadenza della patria potestà, affidando la giovane alla tutela di un medico. La famiglia si era opposta anche alla decisione dei giudici e, con il supporto di un legale di fiducia, aveva proseguito sulla strada alternativa.

 

Nel marzo scorso la ragazza aveva presentato al Tribunale una lettera a sua firma, scrivendo che “ sono più i morti dopo chemioterapia rispetto a quanti al giorno d’oggi sono ancora in vita”. A sostegno della sua tesi erano state raccolte dagli amici della famiglia Bottaro 200 firme portate in Tribunale per consentire alla giovane di curarsi come credeva .

“ I genitori hanno rispettato in ogni modo e forma la volontà di Eleonora. Volontà espressa ripetutamente anche davanti a me”, sostiene il legale della famiglia Bottaro .

 

Successivamente la giovane veniva ricoverata presso l’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (EOC – Ente Ospedaliero Cantonale ) di Bellinzona in Svizzera ove, anche qui, veniva proposta la chemioterapia, ma, nonostante tutti gli sforzi fatti dai medici, sia la ragazza che i genitori rifiutavano, accettando solo l’uso del cortisone che , già da solo, comportava un certo miglioramento, ma purtroppo del tutto fugace.

 

La giovane mamma di Rimini di 34 anni, invece, era stata operata quattro anni fa di tumore al seno e avrebbe poi dovuto effettuare e le così dette cure adiuvanti ( precauzionali) in grado di aumentare sensibilmente le probabilità di guarigione definitiva e che prevedono l’uso della radioterapia, della chemioterapia e dell’ormonoterapia, ma le aveva del tutto rifiutate.

 

Questa giovane donna, sposata, mamma di due bambini di 10 e 8 anni, ha scelto liberamente; una ragazza che non aveva nessun tipo di mancanza , di privazione, in piena coscienza e conoscenza; molto intelligente , aveva un’azienda da gestire, molto decisa,ma, con altrettanta decisione, affermava di non voler morire di chemioterapia. In questo caso, la famiglia ha fatto una durissima battaglia per convincerla a curarsi, cercando in tutti i modi di farle cambiare idea , così come i medici che l’avevano operata, ma nulla è servito. Ora i familiari vogliono capire quali strade si possono percorrere per valutare se ci sono responsabilità da parte di una persona che la consigliava su come combattere il tumore con strani rimedi naturali.

 

Entrambe le donne avevano seguito il cosiddetto metodo Hamer, noto anche come “ nuova medicina germanica”, basato sul superamento di problemi psicologici in quanto il tumore è considerato il frutto di un conflitto psichico. Questo metodo rinnega l’uso di farmaci e si basa su un insieme di teorie che non sono mai state sottoposte a sperimentazione seria della validità per la cura dei tumori né di altre malattie e ha già provocato la morte di diversi pazienti.

 

L’origine si deve all’ex medico internista tedesco Ryke Geerd Hamer , nato nel 1935, che lo ha elaborato dopo la morte del figlio Dirk, ucciso nel 1978 da un colpo partito dalla carabina di Vittorio Emanuele di Savoia durante una lite all’isola di Cavallo, in Corsica.

 

L’anno successivo Hamer fu colpito da un tumore al testicolo che, dopo la guarigione, attribuì allo shock causatogli dalla morte del figlio.

 

Nel 1986 un tribunale tedesco gli ha revocato l’abilitazione alla professione medica, con una sentenza confermata nel 2003. In seguito a questa pronuncia, Hamer è stato condannato più volte per esercizio abusivo della professione medica e frode ed ha trascorso molti mesi in carcere sia in Germania che in Francia.

 

Anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta, durante una trasmissione televisiva, mettendoci in guardia di fronte ai nuovi orientamenti che si stanno vedendo : tante mode alimentari, bimbi denutriti o che non vengono vaccinati, oppure il rifiuto della chemioterapia. Ha inoltre sottolineato, quanto l’opinione pubblica, invece di essere ancorata su concetti scientifici, tenda ancora oggi a sposare concetti emozionali.

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