Le inondazioni in Spagna e il cambiamento climatico nel Mediterraneo: analisi di un fenomeno globale

di TOMMASO ROSSI (Delegato Marche WWF Italia)

Le recenti inondazioni nelle aree della Comunità Valenciana e della Mancia in Spagna sono un
esempio emblematico dell’impatto devastante del cambiamento climatico sul Mediterraneo. A
settembre e ottobre del 2024, questi territori hanno subito precipitazioni estreme che hanno
causato ingenti danni a infrastrutture, abitazioni e campi agricoli, richiedendo l’evacuazione di
centinaia di persone. Il verificarsi di questi eventi atmosferici estremi si collega strettamente al
riscaldamento delle acque del Mediterraneo, un fenomeno allarmante che amplifica l’intensità
delle piogge e favorisce alluvioni improvvise, esponendo città e comunità a gravi rischi.

Il Riscaldamento del Mediterraneo e le Piogge Estreme

La temperatura del Mar Mediterraneo ha registrato un aumento costante negli ultimi decenni.
Secondo uno studio del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica Francese (CNRS), il
Mediterraneo si è riscaldato di circa 1,5 °C rispetto alla media pre-industriale, con alcune aree che
hanno raggiunto incrementi fino a 3 °C nei mesi estivi. Questo fenomeno è una delle principali
cause di condizioni meteorologiche estreme come quelle osservate in Spagna: il riscaldamento del
mare contribuisce infatti a una maggiore evaporazione, aumentando l’umidità nell’atmosfera e
favorendo la formazione di nubifragi.
Secondo il WWF, questi eventi di precipitazioni estreme sono destinati a intensificarsi se non si
adottano misure significative per contenere il riscaldamento globale. La situazione della Comunità
Valenciana e della Mancia è paragonabile a quella di molte altre regioni costiere del Mediterraneo,
dove un pattern di eventi simili – ondate di caldo seguite da piogge torrenziali – si ripete con
sempre maggiore frequenza e intensità.

La Gestione delle Acque in Italia e le Alluvioni nelle Marche

In Italia, il cambiamento climatico e la gestione inefficace del territorio si combinano spesso,
creando situazioni ad alto rischio di alluvioni. Il recente evento alluvionale delle Marche ha
evidenziato gravi criticità nella gestione dei fiumi e nella pianificazione territoriale. Gli studi
dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) mostrano come molti dei
fiumi italiani siano sottoposti a una forte pressione antropica, con argini artificiali e aree limitrofe
costruite in modo inadeguato rispetto ai potenziali scenari di piena. In alcuni casi, gli alvei sono
stati ridotti o alterati per fare spazio a costruzioni o attività industriali, aumentando il rischio di
esondazioni durante eventi di piogge intense.

L’Unione Europea, attraverso la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE), ha fissato obiettivi
chiari per la gestione integrata delle risorse idriche. Tuttavia, l’implementazione di questi standard
resta una sfida, come dimostrato dalle inondazioni recenti. Il WWF sottolinea l’urgenza di ripensare
la gestione dei fiumi in Italia e in Europa, promuovendo strategie basate su una maggiore
rinaturalizzazione degli alvei e sul ripristino delle aree umide. Il ritorno a una gestione fluviale
sostenibile, attraverso misure come la rimozione degli argini artificiali in zone non urbane e la
creazione di bacini di espansione naturale, potrebbe ridurre il rischio di alluvioni e migliorare la
resilienza delle aree a rischio.

Un Mediterraneo a Rischio: Le Proposte del WWF
Il WWF evidenzia che, per affrontare queste sfide, è necessario un approccio integrato che includa:

  1. Riduzione delle emissioni: Agire sul fronte delle emissioni è essenziale per ridurre il
    riscaldamento globale e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
  2. Ripristino degli ecosistemi fluviali: I fiumi devono essere considerati come sistemi naturali e
    non solo come risorse idriche da sfruttare. La rinaturalizzazione degli alvei può aumentare la
    capacità di assorbimento delle acque, riducendo il rischio di alluvioni.
  3. Pianificazione territoriale sostenibile: Fermare la cementificazione selvaggia e implementare
    piani regolatori che rispettino le caratteristiche naturali del territorio sono azioni fondamentali per
    ridurre la vulnerabilità ai disastri.

In sintesi, l’incremento delle temperature marine e una gestione insostenibile del territorio
contribuiscono in modo significativo alla vulnerabilità dei territori mediterranei e fluviali in Europa.
Interventi immediati sono fondamentali per costruire una resilienza reale e duratura a livello sia
regionale sia nazionale.

Bibliografia

  1. Lionello, P., et al. “The Climate of the Mediterranean Region: From the Past to the Future.”
    Elsevier, 2012.
  2. Querner, E. P., and Van Lanen, H. A. J. “Impact of Land Use and Groundwater on Streamflow
    Drought.” Environmental Modelling & Software 32 (2012): 98-108.
  3. WWF Italia. “Mediterraneo in Pericolo: Cambiamenti Climatici e Impatti sulla Biodiversità.”
    Rapporto WWF, 2021.
  4. ISPRA. “Il Rischio Idrogeologico in Italia: Stato e Gestione.” Rapporto Annuale ISPRA, 2023.

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