Ci sono storie di campioni fatte di flash e lustrini, di macchine veloci e vita spericolata, di miliardi e copertine. E ci sono, invece, storie, semplici, nate dalla provincia, di dedizione e gioia, di spontaneità e talento. Quelle storie in cui ogni ragazzino che ama lo sport riesce ad identificarsi con naturalezza, grandi campioni che puoi incontrare per strada e che se li saluti non ti negano mai un sorriso ed un saluto.
Storie come quella del Club Scherma Jesi, e delle straordinarie tre moschettiere che hanno fatto grande l’Italia della Scherma nel corso degli anni e reso orgogliosa un’intera regione, le Marche.
La storia mitica del Club Scherma Jesi inizia in una scantinato di Vicolo della Pace. È lì che Ezio Triccoli, al rientro dalla prigionia in Sudafrica, tiene le sue prime lezioni di scherma.
Il seme è stato gettato e nel 1948 dà il primo frutto. Il maestro Triccoli ottiene dal sindaco di Jesi Pacifico Carotti e dal Provveditorato agli studi la concessione della palestra Carducci. Due ore di lezione, gratuite, dalle 18 alle 20. Nasce il Gruppo Schermistico Jesino che contava allora otto iscritti. Due anni dopo, nel 1950, arrivano le prime gare ufficiali. Dagli anni ’60 in poi la storia della scherma jesina è una storia di successi: Luigi Lenti, Susanna Battazzi, Annarita Sparaciari. E poi Stefano Cerioni, che regala al Club le prime medaglie olimpiche, con il bronzo individuale e l’oro a squadre nel fioretto a Los Angeles 1984 e nel 1988 a Seoul si laurea campione olimpico di fioretto.
Ma torniamo alle nostre tre atlete azzurre, che più di ogni altro hanno reso grande la scherma nel mondo.
La prima della nostre tre moschettiere si chiama Giovanna Trillini, da Jesi. La più anziana delle tre, la prima a vincere l’oro nel fioretto alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. La gioia, la straordinaria fama che si tributa ad un campione olimpico, la semplicità jesina di sempre.
Giovanna Trillini. Altre tre medaglie d’oro consecutive, dal 1992 al 2000 nella prova a squadre, tolta poi dal programma olimpico ad Atene 2004 per lasciare spazio alla sciabola femminile.
I successi di Giovanna Trillini non si fermano ad Olimpia. Ai Campionati del Mondo cominciano con l’argento a squadre nel 1986 a Sofia e durano fino al 2004. Giovanna Trillini ha conquistato 19 medaglie mondiali, di cui 9 d’oro: 2 individuali e 7 a squadre, fino al ritiro dopo il bronzo a squadre nelle Olimpiadi del 2008. Ha vinto quattro volte la Coppa del Mondo e per sette volte è arrivata seconda, sempre dietro all’altra nostra moschettiera Valentina Vezzali, in un emozionante passaggio di testimone che anno dopo anno porta a diventare la regine della pedana un’altra figlia della grande scuola jesina del maestro Triccoli, anche lei allenata dal grande ex campione Stefano Cerioni, grande erede di Triccoli.
Valentina Vezzali, portabandiera azzurra pochi giorni fa alle Olimpiadi di Londra, medaglia di bronzo individuale il giorno dopo e oro a squadre. Anche Giovanna Trillini da Jesi era stata portabandiera azzurra alle Olimpiadi di Atlanta 1996, ancora una volta la piccola città marchigiana sul tetto del mondo a rappresentare l’Italia.
Nasce a Jesi nel 1974, la prima schermitrice al mondo ad essersi aggiudicata tre medaglie d’oro olimpiche in tre consecutive edizioni dal 2000 al 2008, più 4 ori olimpici di squadra, di cui l’ultimo solo pochi giorni fa. Vincitrice anche di sei titoli mondiali e di cinque titoli europei (individuali), 11 vittorie in Coppa del Mondo e 14 volte nel titolo nazionale. La sua rivale di sempre, nemica-amica, è la compaesana Giovanna Trillini.
Valentina Vezzali, campionessa, donna e madre, in grado di regalare sempre un sorriso e di tornare, tornare sempre in pedana ed essere la numero uno.
Ma da qualche anno una nuova moschettiera comincia a rubarle la scena dorata della pedana, un’altra figlia della grande scuola schermistica jesina: Elisa Di Francisca, la più giovane, la medaglia d’oro conquistata pochi giorni fa a Londra nella prova individuale e nel fioretto a squadre.
Elisa Di Francisca, nata a Jesi nel 1982, inizia a tirare di scherma con il maestro Triccoli e poi prosegue con il suo erede Stefano Cerioni. Il suo primo grande successo è il campionato europeo a squadre nel 2009, poi il titolo italiano nel 2010, il mondiale a Parigi 2010, e il titolo europeo nel 2011. E poi la storia mitica dell’altra allieva del Maestro Triccoli, la nuova fiamma che arde nell’Olimpo fiorettistico mondiale, si compie alle Olimpiadi di Londra. Oro individuale in un podio tutto italiano con Arianna Errigo e Valentina Vezzali e oro nella gara a squadre.
Tre grandi dame moschettiere che hanno fatto, continuano a fare e faranno la storia della scherma italiana, che si mischia ogni giorno di più con la leggenda del Club Scherma Jesi e del mitico Maestro Triccoli, di cui Stefano Cerioni, prima allievo e poi erede, continua a portare sul tetto del mondo il ricordo eterno.
Tre dame così diverse tra loro, non sempre amiche, ma sempre unite dal rispetto, dalla semplicità mantenuta a dispetto della fama e della gloria universale conquistata e dall’amore per la propria terra, Jesi, grande madre del fioretto mondiale.
T.R.