L’esperienza carceraria di Gramsci in un saggio

NUOVE INTERPRETAZIONI DI RUGGERO GIACOMINI

GIUDICE E PRIGIONIERO:Layout 1 copia 30– ANCONA – La vicenda carceraria di Gramsci analizzata sotto vari punti di vista, soprattutto quello dei suoi rapporti con il mondo esterno e con il partito comunista. Un saggio importante anche per la sua capacità di fare piazza pulita di tanti, troppi luoghi comuni, l’ultimo firmato dallo storico anconetano Ruggero Giacomini per Castelvecchi editore.

In “Il giudice e il prigioniero/Il carcere di Antonio Gramsci”, attingendo a fonti inedite e attuando una certosina verifica dell’ampia biografia, Giacomini rovescia il detto secondo cui se ci si indica la luna è sciocco guardare il dito, mostrando come nel caso specifico di Gramsci è proprio nella direzione del dito e del suo proprietario che bisogna guardare se si vuole conoscere la verità. Cioè a dire verso quel giudice istruttore Macis sardo che nel consegnargli la lettera di Grieco giunta da Mosca gliene offrì la chiave interpretativa: “Onorevole Gramsci, lei ha degli amici che certamente desiderano che lei rimanga un pezzo in galera”. Insinuando che ci fosse stato un tradimento dei suoi compagni contro di lui.

Giacomini – ricostruendo per la prima volta la biografia del giudice Macis e il suo ruolo effettivo nel sistema di potere fascista – dimostra che quel giudizio non era affatto disinteressato e obiettivo, ma parte di una strategia rivolta con modi e mezzi molteplici a ottenere la capitolazione del capo del partito comunista, spingendolo a chiedere la grazia.

Nel quadro delle provocazioni e vere e proprie torture messe in atto contro il prigioniero rientra anche l’azione sciagurata del “sedicente Dante Romani”, originario di Ancona, incontrato da Gramsci in carcere e di cui pure è restituito per la prima volta il profilo biografico.

Giacomini, che è stato allievo e a lungo collaboratore di Enzo Santarelli, è noto per i suoi studi sulla Resistenza e i Movimenti della Pace. Su Gramsci ha pubblicato numerosi saggi, ha curato assieme a Domenico Losurdo e Michele Martelli il volume “Gramsci e l’Italia” (Istituto per gli studi filosofici, 1994) e realizzato una biografia (“Antonio Gramsci”, Teti 1997), tradotta in spagnolo dal Centro Juan Marinello (L’Havana 2001).

(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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