Lotta al mesotelioma pleurico:insieme contro l’amianto

I RISULTATI DEL CONGRESSO TENUTOSI A BARI: PREVENZIONE E CURA

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

b09b1836545643cf27e1643efac1c2_big_galleryNei giorni 29 e 30 gennaio scorsi si è tenuto a Bari la “III Consensus Conference Italiana per il Controllo del Mesotelioma Pleurico”ove è stato fatto il punto sulla prevenzione, su gli aspetti giuridici, sull’assistenza psico-sociale e legale dei malati, sulle nuove possibilità di cura di quello che rappresenta il cancro “marker” dell’esposizione all’amianto. Nella due giorni sono intervenuti i maggiori referenti nazionali in materia di amianto tra giuristi, rappresentanti delle istituzioni, come Ministero della Salute sezione Prevenzione Sanitaria, INAIL, Dipartimento di epidemiologia ambientale dell’Istituto Superiore della Sanità, Associazioni dei Familiari delle Vittime, oltre ovviamente a medici del lavoro, medici nucleari, pneumologi, chirurghi toracici, radioterapisti ed oncologi.

L’Italia è al vertice della task force europea per la sorveglianza attiva dell’amianto, il killer silenzioso che miete circa 3.000 vittime ogni anno nel nostro Paese per mesotelioma maligno della pleura e per gli altri tumori ad esso correlato come il tumore del polmone, il mesotelioma del peritoneo, il tumore dell’ovaio e del laringe.

Uno dei primi obiettivi emersi al convegno è quello di velocizzare i tempi della bonifica dei siti contaminati. Ogni 12 mesi vengono smaltite 380mila tonnellate di rifiuti di amianto, ma a questi ritmi serviranno ancora 85 anni per completare la dismissione degli oltre 32 milioni di tonnellate di questo minerale presenti nella Penisola che può essere eseguita solo da personale specializzato.

L’amianto è presente ancora in grandi quantità e in varie forme in stabilimenti ed edifici, pubblici e privati, in tutte le nostre Regioni.

Inoltre, deve essere migliorata la sorveglianza sulle persone più esposte, cioè gli ex lavoratori degli stabilimenti che producevano o trattavano amianto. Anche se il mesotelioma è stato inserito nell’elenco delle malattie professionali, vi sono ancora inconcepibili ritardi nel riconoscimento previdenziale. Vanno inoltre garantiti uguali diritti ai pazienti con mesotelioma insorto dopo esposizioni ambientali ad amianto, ai familiari dei lavoratori e alla popolazione generale.

In Italia dal 1992 è stata vietata ogni attività di estrazione, commercio, importazione e produzione di amianto, ma devono ancora essere bonificati 35.521 siti ( 1.957 i siti bonificati e 571 quelli parzialmente bonificati, dati del Ministero dell’Ambiente aggiornati al 26 novembre 2014).L’area più a rischio in Italia è quella di Casale Monferrato, dove la fabbrica Eternit ha provocato più di 1700 vittime . Altro sito particolarmente a rischio è rappresentato da Bari, sede fino al 1985 del cementificio Fibronit, fabbrica di manufatti a base di amianto, collocata fra tre popolosi quartieri del capoluogo pugliese. Si calcola che circa 360 persone, tra residenti e lavoratori, siano morte a causa delle micidiali fibre diffuse nell’ambiente in quella zona.

Altri siti di interesse nazionale sono Broni-Fibronit (PV), Priolo-Eternit Siciliana (SR), Balangero-Cava Monte S. Vittore (TO), Napoli Bagnoli-Eternit, Tito-exLiquichimica (PO), Biancavilla-Cave Monte Calvario (CT) e Emarese-Cave di Pietra (AO).

I tempi di latenza del mesotelioma pleurico sono molto lunghi; possono andare da 15 a oltre 30 anni dall’inizio dell’esposizione; l’età media è di circa 70 anni.

Alla Consensus Conference è stato ribadito che negli ultimi anni si è assistito a un miglioramento dell’efficacia dei trattamenti e del controllo dei sintomi di questa malattia. Buona parte di questi risultati va ricondotta all’introduzione dei farmaci chemioterapici. La terapia medica rappresenta oggi il riferimento nel trattamento di questa malattia. Inoltre ricercatori italiani hanno individuato un alto numero di mutazioni geniche legate alla precoce progressione del tumore e alla riduzione della sopravvivenza. L’identificazione di queste alterazioni consentirà di valutare il ruolo delle terapie a bersaglio molecolare anche nel mesotelioma come avvenuto per altre neoplasie.

La tragica vicenda dell’esposizione professionale ed ambientale ad amianto in Italia, con la lunga scia di morti per tumore, ci ha permesso di sviluppare più esperienza e sensibilità su questo tema rispetto agli altri Paesi. Per questo l’Italia guida un network europeo per il controllo dei siti, per condividere dati epidemiologici, tecniche diagnostiche, studi clinici e politiche di sorveglianza sulle persone più a rischio. Un impegno questo, come emerso dalla Consensus Conference, a cui le Istituzioni possono far fronte solo attraverso un patto da siglare con i clinici ,i giuristi, le associazioni delle vittime e i media.

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