PULSAZIONI PSYCO-ELETTRONICHE
– ANCONA – di Giampaolo Milzi – I Lush Rimbaud non hanno certo deluso le grandi attese dei numerosissimi estimatori, attese consolidatesi in un lustro di assenza discografica, rotto solo dallo spilt del 2013 figlio di una riuscita collaborazione con gli olandesi zZz. Con questo “L/R”, a cinque anni dal vulcanico e magmatico cd d’esordio “The sound of the vanishing era”, la band anconetana compie un ulteriore salto dimensionale e soprattutto stilistico, catapultata assieme all’ascoltatore verso orizzonti audio-spazio-temporali che evocano fortemente visioni cerebrali, sognanti, artefatte e ratefatte, acide e iper intriganti. Questo terzo lavoro è quello della maturità. Una maturità raggiunta grazie ad un’estrosa attività creativa ed espressiva, rodatissima dal vivo su mille palchi marchigiani, nazionali ed europei, lungo un viaggio intrapreso coi primi profetici vagiti emessi alla fine degli anni ’90. Una maturità che merita consensi pop ben extra-underground, anche perché segnata da un evidente passaggio dalla rumorosa giungla territoriale punk-kraut di un passato che appare quasi remoto, ad un pianeta sonoro post contemporaneo crepuscolare e lunare che gira sospinto da forze lisergico-gravitazionali. Il mimimo comune denominatore orientativo dell’album è una psichedelica al contempo sintetica, corrosiva, oscura, pallida, urticante, onirica, essenziale, travagliata e comunque pulsante, suadente, accattivante, melanconicamente melodica. Le nove tracce di “L/R” – coprodotto da Bloody Sound Fucktory e From SRATCH – flusicono e lievitano, in un incedere lineare rotto da colpi di freno e accelerazioni, dallo stato liquido a quello gassoso grazie al sapiente e polivalente uso dell’elettronica e delle tastiere, di effetti sintetici acquosi e mai barocchi, di chitarre tarate su voltaggi elettrici emananti energia forte, straniante eppur pulita. Un processo sorretto da una ritmica anch’essa pulita, cadenzata, a volte rituale, ipnoticamente ballabile. Reso etereo da un cantato quasi “parlato”, soffuso, perfino sussurrato.
L’impressione che si mutua, riascoltando brano su brano, è che ci sia molto dell’Io interiore, dell’anima dei Lush Rimbaud nella fucina creativa di “L/R”. Conscio e inconscio si mixano evocando e riproponendo riferimenti ed influenze new wave e no-wave, dark e post punk, psyco-sixties e tecno, dai primi anni ’80 alle soglie del terzo millennio. Per chi non può fare a meno di citazioni, il lungo elenco può comprendere Giorgio Moroder, Brian Eno, Suicide, Joy Diviison, Black Rebel Motorcycle Club, Spiritualized…
Il disco – disponibile nel formato Cd sul sito www.fromscratc.it e in vinile su quello di BloodySound – è uscito il 1° ottobre scorso dopo un lungo, quasi sofferto e accuratissimo iter. Tanto che il mixaggio e la registrazione sono stati effettuati all’Hell’z Eye Studio di Ancona da Claudio Tagliabbracci, Giulio Ascoli, Paolo Melatti e Lush Rimbaud tra il marzo e il dicembre 2014. Già da settembre è godibile sul web il video di “Marmite”, il primo singolo tratto da “L/R”.
Per informazioni:
http://www.bloodysoundfucktory.com/it/lush-rimbaud.
Per ascoltare il Cd: http://www.rockerilla.com/lush-rimbaud
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)