Mafie, Ancona più LIbera

PRESIDIO DELL’ASS.NAZIONALE

ANCONA – di Luciano Izzo –

1 foto LiberaIl denaro, sostiene un vecchio adagio, è lo sterco del demonio. Se è vero, allora le mafie sono mosche, che ronzano e si posano a banchettare con ingordigia laddove ce n’è più abbondanza. Eventualmente, anche in regioni come le Marche, per tradizione ritenute al di sopra di ogni sospetto. E’ per questa ragione che Libera, associazione che dal 1995 si occupa a vari livelli di lotta alle mafie – e da quasi 15 anni presente sul territorio marchigiano – ha fondato un presidio nella città di Ancona, intitolandolo a Rocco Chinnici, magistrato siciliano ucciso dalla mafia in un attentato esplosivo il 29 luglio 1983. Ad Ancona, Libera ci è arrivata un po’ alla volta. Il primo passo nel dicembre 2013, con l’appoggio di Gulliver, l’associazione culturale universitaria, che poi nel 2014 ha organizzato alla facoltà di Economia la presentazione del libro “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte”, di Caterina Chinnici, figlia di Rocco e magistrato a sua volta. Nel gennaio 2016 i rapporti fra il coordinamento marchigiano di Libera e il capoluogo dorico si sono ancor più rafforzati con l’inserimento di Laura Malerba nella segreteria regionale in qualità di referente per la città. Infine, lo scorso 3 dicembre, si chiude un capitolo e se ne apre un altro con la formalizzazione del presidio di Ancona e la nomina a responsabile di Sara Mattera, studentessa alla facoltà di Medicina e Chirurgia e già membro di Gulliver. Il nuovo presidio dorico è entrato così a far parte del coordinamento della provincia di Ancona, assieme a quelli di Jesi, Fabriano e Senigallia.

“Da anni la mafia non è più quella delle bombe e degli attentati”, ha detto Paola Senesi, del coordinamento Marche, all’evento del 3 dicembre. Forse è per questo che se ne parla così poco: meno rumore, meno sangue, e la cosa smette di riguardare tutti. La lotta smette di essere lotta. Eppure, sotto il manto di un rassicurante silenzio, le mafie continuano a scavare. Ce lo ricorda Vincenzo Macrì, procuratore generale presso la Corte di Appello di Ancona, in carica dal 2010 e già magistrato della Direzione Nazionale Antimafia. I fatti non sono equivocabili: tentativi di infiltrazione ce ne sono stati, nè sono mancati beni confiscati. Nelle Marche sono 24. Uno di questi, sottratto nel 1998 a una persona coinvolta nel racket del gioco d’azzardo e della prostituzione, è entrato a far parte del patrimonio comunale di Grottammare (AP), ed è destinato a finalità sociali. Un altro, a Cupramontana (AN), è diventato sede di un’azienda agricola, gestito da due cooperative che lo usano come centro di accoglienza e orto sociale collegato ai Gruppi di Acquisto Solidale della zona. L’estate prossima questa azienda agricola tornerà ad ospitare una interessante iniziativa di formazione-lavoro.

L’attività di Libera, anche al centro-nord, non è risparmiata da rischi e dispiaceri. L’ultimo atto intimidatorio nel novembre scorso: a seguito di un convegno dell’associazione a Modena, lo studio legale degli avvocati Vincenza Rando (Libera) e Christian Mattioli Bertacchini (PD) è stato messo a soqquadro da ignoti, facendo subito pensare a una minacciosa ritorsione. “Non siamo investigatori privati ma cittadini monitoranti. – ha precisato Paola Senesi – E il bisogno di tenere gli occhi aperti è tanto più grande adesso che nuovi scenari si aprono per via dei recenti sciami sismici. Circa un terzo del territorio marchigiano sarà interessato dai progetti di ricostruzione e ristrutturazione”.

I lavori pubblici chiamano appalti, una ghiotta occasione che fa gorgogliare subito lo stomaco delle mosche mafiose. Ad Ancona, Libera sta organizzando diversi progetti. Fino a Natale, i membri saranno presenti con banchetti informativi nei mercatini al rione Archi. A gennaio e febbraio 2017 saranno organizzati incontri pubblici che seguiranno due binari. Da un lato, una serie di seminari su varie problematiche: dagli eco-reati alle agro-mafie, fino allo sfruttamento dei migranti e dei lavoratori. Dall’altro, degli incontri di sensibilizzazione sui temi legati alla legalità, presso le classi di due scuole medie inferiori, all’istituto comprensivo Pinocchio Montesicuro e all’istituto Michelangelo Buonarroti. “Parlare ai giovani, alla gente, raccontare come si arricchiscono i mafiosi (…) fa parte dei doveri di un giudice – diceva Rocco Chinnici. – Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai.” E’ probabile che il magistrato avrebbe benedetto le iniziative di Libera.

Per informazioni: tel. 331/3926715 (Sara Mattera) – su Facebook “Libera Ancona presidio Rocco Chinnici” – www.libera.it

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

 

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