Marche, misteri e segreti perduti

SAGGIO DI FILIPPETTI E RAVAGLIA

copertina-libro-segreti-perduti-marcheANCONA – di Giampaolo Milzi – C’è chi giura che, di tanto in tanto, una giovane lava le sue vesti sporche di sangue nei pressi delle fonti d’acqua del massiccio del Conero e poi corre urlando nei dintorni. E che nella selva di Lupido, vicino alla cava di pietra di Portonovo di Ancona, riecheggi quel grido che si perde nell’infinito della natura del monte. Un grido disperato con cui Giana – molti sono convinti che sia realmente esistita – esprime tutto il suo dolore per la perdita dei figli uccisi dai pirati secoli fa. Un evento, legato alla figura di questa donna senza pace e inquietante, – le cui apparizioni sono legate alle fonti e sorgenti d’acqua dolce in molte altre località italiane – che va oltre il mito e che rappresenta solo una delle decine di “Curiosità, tradizioni e misteri” che popolano in modo iper realistico la guida “Alla scoperta dei segreti perduti delle Marche”, edita da Newton Compton. Scritta a quattro mani da due medici igienisti, Fabio Filippetti ed Elsa Ravaglia, è stata ristampata a grande richiesta. E, come si legge nella pagina prima dell’introduzione, è dedicata in particolare “a tutti i giovani della nostra regione, affinché traggano linfa dalle proprie radici per produrre i fiori e i frutti del futuro”. Una regione, le Marche, forgiata in millenni di Storia con la S maiuscola, al plurale e di confine per antonomasia, terra di incontri, confronti, scontri e sovrapposizioni contaminanti di usi e costumi diversi, ricchissima di beni, opere artistiche e architettoniche, manifestazioni folkloristiche, di siti marittimi, collinari e montani di altissimo valore ambientale. Eppure ancora oggi non ancora così conosciuta, in tutta la sua intrigante bellezza, come dovrebbe, non solo a livello nazionale e internazionale, ma perfino a livello locale. “Un patrimonio straordinario che abbiamo vicino e spesso non riconosciamo (…) la cui memoria rischia di perdersi”, scrivono gli autori. I quali con questo lavoro esplorativo fanno accomodare il lettore in una sorta di macchina del tempo, per un itinerario dove la leggenda si mixa magicamente con la realtà. Vicende storiche e tradizioni leggendarie – tutte ricostruite e intrecciate grazie ad un profondo lavoro di ricerca e di viaggi nei posti dove viene evocato il Genius Loci – analizzate per poi tentare di fornire risposte, spiegazioni, interpretazioni. 

Impossibile, data la vastità, elencare tutte le tappe del viaggio di scoperta. Oltre alle mille magie del Conero, gli interrogativi sospesi nella Cattedrale di San Ciriaco ad Ancona, nelle sale Palazzo Ducale di Urbino; quelli legati alla miracolosa traslazione della Santa Casa a Loreto e al “regno” della Sibilla appenninica; i segni indelebili lasciati dalla presenza dei monaci-guerrieri Templari; e il viaggio nel viaggio, quello ipogeo, nel mondo parallelo delle Marche di sotto, costituto da centinaia di chilometri di grotte e cunicoli (solo per fare alcuni esempi).

Pagina dopo pagina, ecco sfilare uomini preistorici e necropoli, rocche, castelli e manieri, chiese e monasteri, selve oscure o abbaglianti, feudatari, duchi, conti, briganti, corsari, nobili e gente plebea e popolana, armati che si combattono, amanti appassionati e nemici giurati, streghe, maghi, posti enigmatici. Il tutto ammantato, appunto, da un’aurea di “curiosità, tradizioni e misteri”, ma anche di prove e dati storico-scientifici. 

Segreti non più perduti, grazie a questo libro straordinario. Sicuri, parola di Fabio Filippetti ed Elsa Ravaglia, che “la scoperta più bella è quella che ancora deve essere fatta”.

 

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