Marco Baldini e l’addio a Fiorello: “non gioco più ma sono perseguitato dai creditori”

LE DICHIARAZIONI DI BALDINI RIACCENDONO L’ATTENZIONE SULLA LUDOPATIA, UNA PIAGA SOCIALE TROPPO SPESSO SOTTOVALUTATA

di Avv. Valentina Copparoni (Studio Legale associato Rossi-Papa-Copparoni di Ancona)

baldini_fiorelloIn questi giorni si è letto tanto della decisione di Marco Baldini di non proseguire più la collaborazione con Fiorello e soprattutto si è letto tanto sulle motivazioni della rottura del suo rapporto artistico con lo showman siciliano.

Dopo anni, più di dieci, trascorsi nel vortice del gioco d’azzardo che gli ha portato via milioni di euro, dal 2008 si dichiara fuori da questa terribile spirale ma purtroppo non dalle conseguenze che essa spesso porta con sé in un abbraccio soffocante..
Al Corriere della Sera di ieri cosi ha spiegato riferendosi alla sua partecipazione allo show “Fuoriprogramma” di Fiorello : “Non avevo scelta, Non devo e non posso andare a fare il programma. Non sono in grado di sostenere un ruolo impegnativo, ma soprattutto metterei a rischio le persone”. Racconta di ricevere più di 150 telefonate al giorni da parte di creditori, che negli ultimi suoi anni dorme nella stanza di un amico, lavora due ore al giorno ed ora, dopo alcune minacce particolarmente gravi che avrebbe ricevuto, ha  una grande preoccupazione, quella di non coinvolgere l’amico Fiorello che in questi anni l’ha sempre sostenuto ed incoraggiato nel difficile percorso di lasciarsi alle spalle il cappio del gioco d’azzardo.

Marco Baldini aveva raccontato la sua esperienza  nel libro “Il giocatore (ogni scommessa è un debito)”, un racconto pubblicato da Dalai editore nel 2005 che sembrava consacrare il momento di cambiamento definitivo per la sua vita scandita per anni dal gioco ossessivo e dal susseguirsi di vincite e perdite di montagne di soldi. Cosi si raccontava:

 “Per anni ho pensato solo al gioco. Per me era un secondo lavoro, con orari precisi. Dalle sette alle dieci del mattino ero in radio; poi preparavo i testi per Fiorello che arrivava dopo mezzogiorno. Dall’una alle due lavoravo con lui e alle due e mezzo del pomeriggio ero già all’ippodromo o all’agenzia ippica. Giocavo per ore e perdevo. Perché al gioco non si vince mai e, quando succede, è come aver preso soldi in prestito, che poi devi restituire con gli interessi. Insomma, vince solo il banco. Sempre e comunque”

“Non vedevo altre soluzioni. Anche se, ad essere onesti, le alternative ci sarebbero state, ma tutte per me troppo lente e troppo faticose. Quando finalmente sono riuscito a dire basta, in poche ore ho lasciato la mia bella casa e sono venuto a Roma. In macchina e con niente al seguito. Era il 2001. Come mi sono salvato? Avevo toccato il fondo. Ero rimasto invischiato per caso (cercavo soldi per pagare i soliti debiti), in una lotta tra truffatori. Due balordi mi portarono in un campo fuori Milano. “Scava!”. Solo all’ultimo momento si convinsero che non c’entravo niente, che ero caduto in una trappola. E mi lasciarono andare.”

“Un giocatore rimarrà sempre un giocatore. Ma, come in tutte le cose, se si riesce a tenere la misura va bene, altrimenti ci si perde. In passato, io ho giocato anche cinque, dieci milioni di lire su un cavallo. Adesso, raramente, quando mi capita, scommetto al massimo trenta euro. No, non ho paura di ricadere; ormai è come coltivare bonariamente un’abitudine. Mai più tornerò nelle sabbie mobili”.

E come spesso accade nel nostro Paese che altrettanto spesso vive lunghi sonni di ipocrisia,  la notizia sulla decisione di Baldini è finita su tutti i giornali e tv e sembra aver di nuovo fatto sollevare il velo che copre la piaga sociale del gioco d’azzardo patologico. In quest’ultimo anno ne abbiamo parlato molto spesso nel nostro magazine consapevoli dell’importanza della conoscenza quale strumento di aiuto ed anche di prevenzione ed ora riproponiamo la spiegazione medica di questa patologia.

Cosi ci spiega il dottor Giorgio Rossi.

Anche in Italia il gioco d’azzardo patologico sta assumendo dimensioni rilevanti.

Da quando nel 2002 il gioco d’azzardo è stato gestito legalmente dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) , abbiamo assistito ad una vertiginoso incremento delle offerte di gioco in ogni luogo ed in ogni modalità : sale scommesse sempre più diffuse , lotto , superenalotto , gratta e vinci in ogni bar , esercizi pieni slot machines, videopoker, bingo ,ecc..Ciò ha comportato un altrettanto vertiginoso aumento dei soldi spesi dagli italiani : il giro di affari nel 2011 ha superato i 79 miliardi di euro , rispetto ai 61 del 2010 e ai 16 del 2003; nelle casse dello stato , visto che una parte viene restituita in vincite ,entrano circa 9 miliardi .La popolazione italiana interessata, sulla totalità di circa 60.000.000 di abitanti , è costituita da : 1,27 – 3.80 % di giocatori d’azzardo problematici (18% nei giovani tra i15-19 anni ) ; 0,5 – 2,2 % giocatori d’azzardo patologici.

Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportamento che rientra nell’area delle cosidette “ dipendenza senza sostanzae” avendo grande attinenza con le tossicodipendenze.Il giocatore mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo , aumentando la frequenza delle giocate , il tempo trascorso a giocare , la somma di denaro spesa fino a superare le proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.Ma come si passa dal gioco d’azzardo ricreativo al gioco d’azzardo patologico ? Esiste un percorso evolutivo che alcune persone vulnerabili possono intraprendere nel momento in cui vengono a contatto con il gioco d’azzardo ed è dipendente dalle caratteristiche dell’individuo e da quelle dell’ambiente in cui vive. Tale percorso può essere rappresentato attraverso sette fasi distinte :

 la prima è rappresentata dalla vincita con acquisizione di un senso di prestigio e di potere;

 la seconda è quella della perdita inaspettata con conseguente rincorsa a rifarsi;

 la terza è la fase della disperazione con frequenti coinvolgimenti in attività illegale ;

 la quarta è la fase della richiesta di aiuto e di cure;

 la quinta è quella del trattamento intensivo e della successiva fase di controllo ;

 la sesta è quella della recidiva e di ritorno alle cure ;

 la settima può essere quella dell’astinenza al gioco o quella della continuazione del gioco patologico con conseguente aumento dei problemi finanziari e legali .

 Il percorso evolutivo da gioco d’azzardo ricreativo a problematico e quindi a patologico è accompagnato da sintomi caratteristici e viene diagnosticato quando una persona presenta almeno cinque dei sottoelencati sintomi :

a) è eccessivamente assorbita dal gioco d’azzardo ed alla continua ricerca di pianificare la prossima impresa di gioco ;

b) ha bisogno di giocare somme sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccetazione ;

c)ha tentato ripetutamente di interrompere il gioco d’azzardo senza riuscirvi ;

d)è irrequieto e irritabile quando tenta di sospendere il gioco ;

e) gioca d’azzardo per sfuggire ad altri problemi ;

f) dopo aver perso al gioco continua a giocare per rifarsi ;

g) mente ai membri della propria famiglia o ad altri ;

h) per finanziare il gioco d’azzardo può arrivare a commettere azioni illegali ;

i)può arrivare a perdere il lavoro o relazioni significative ;

l)cerca di reperire denaro da altri per alleviare una situazione economica disperata .

Inoltre negli ultimi anni , sempre più , si è sviluppato il gioco d’azzardo via internet ; ora chiunque sia in possesso di un computer , di un collegamento ad internet e di una carta di credito può diventare un giocatore compulsivo .Questo fenomeno riguarda soprattutto i giovani , in particolare gli adolescenti avendo questi grandi capacità e abilità nell’usare le più moderne tecnologie digitali. Il gioco on-line è particolarmente pericoloso proprio perchè , dalla solitudine della propria casa il giocatori non ha freni avendo la possibilità di acceder al gioco senza incorrere nello sguardo giudicante degli altri ; inoltre l’utilizzo della carta di credito comporta un abbassamento della percezione della perdita di denaro che normalmente si ha utilizzando il denaro contante.

Come si può uscire da tale patologia?

Di fondamentale importanza è che la cura sia richiesta dalla persona interessata in quanto fortemente motivata a guarire e che non sia una imposizione della famiglia o di altri.

La cura e la riabilitazione dovrebbero agire su due livelli in maniera integrata : primo livello verso il controllo del disordine comportamentale ; il secondo livello verso la comprensione della presenza di patologie psichiatriche ( ad esempio depressione ) che potrebbero giovarsi da interventi farmacologici di supporto agli interventi psicologici e socio-ambientali. Spesso il gioco d’azzardo patologico è l’espressione di un malessere profondo a sua vola causato da un evento traumatico quale un lutto ,una separazione , un licenziamento , ecc. ) .

Certamente questa patologia rappresenta un problema sanitario e sociale .

Per saperne di più :

 www.politicheantidroga.it (Dipartimento Politiche Antidroga -Presidenza del Consiglio dei Ministri);

www.gambling.it(ALEA -Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio);

www.andinrete.it(AND-Azzardo e Nuove Dipendenze ) ;

www.siipac.it(Sociatà Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive );

www.sosazzardo.it(Associazione degli ex-Giocatori d’Azzardo e delle loro Famiglie );

www.giocatorianonimi.org(Associazione ramificata sul terrfitorio che organizza incontri di mutuo aiuto );

numero verde gratuito 800.921.121 ( Federserd -Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze – insieme a Aams -Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato).

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