UN SUPER BILLIE TRASCINA BAND E FOLLA
– MILANO (14 gennaio) – di Mirko Gozzo e Giampaolo Milzi
E’ stato il concertone dei Green Day, uno dei più belli di questa stagione d’inizio d’anno rockettaro. Ma soprattutto del signor Billie Joe Armstrong, ripresentatosi come frontman particolarmente su di giri, provetto capitano d’orchestra ed eccezionale regista del coinvolgimento del pubblico in delirio il 14 gennaio al Mediolanum Forum. La band californiana si è dimostrata degna della fama di aver gonfiato la nuova wave de punk, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, e di aver segnato da allora in modo indelebile la relativa scena internazionale. Con l’istrionico cantante Mr Armstrong che ha trascinato alla grande con sé, dandoci sotto con la voce e la sei corde, in un vortice di elettrici pop decibel, il bassista Mike Dirnt, il batterista Trè Cool e Jason White, seconda chitarra da qualche anno. Uno spettacolo, oltre che un live gig, col botto, che ha fatto davvero fuochi d’artificio e fiamme (effetti speciali a go go), accompagnato per le oltre due ore di durata dai boati e dagli ululati di una folla ultra presente e intrigatissima. Il primo scoppio di gradimento dal parterre e dalle tribune gremitissime alle 20,30, fin dalla prima nota di “Know your enemy”, pezzo dopo il quale i Green Day hanno proposto brani cult della loro carriera (iniziata nel lontano 1986) come “Boulevard of broken dreams”, sapientemente alternati ai nuovi tratti dal loro ultimo successo discografico uscito il 7 ottobre 2016, “Revolution Radio”.
“Milano ti amo”, ha gridato Billie Joe con la bandiera italiana sulle spalle e un’espressione stralunata, stravolta, disegnata dall’adrenalina, nonostante abbia superato da un po’ la soglia dei 40 anni. E Milano la sera del 14 ha amato lui e i suoi compagni di show visceralmente, ripagando il leader della sua immarcescibile carica di simpatia gigioneggiante e scherzosa. Con dei picchi di passione degni di nota: come quando il gruppo ha risucchiato sul palco prima una fan, piazzandole il microfono in mano e regalandole per qualche minuto il ruolo di “vocalist special guest”; e quando Billie ha bissato la sorpresa scegliendo un fortunato chitarrista tra il pubblico inserendolo brevemente nell’ensemble. Un Billie Joe apparso lontanissimo dagli anni in cui aveva forse amato un po’ troppo l’alcool piuttosto che la sua musica. Pieno di amore per la vita, i suoi Green e i suoi spettatori. Uno stato d’animo emblematicamente espresso anche quando, sdraiatosi a terra, sorridendo come un teen ager, ha esclamato “Satisfaction”, dando il la ad un epico tributo ai Rolling Stones. Un’esibizione movimentata, senza mai una pausa, grintosissima, magica. Che si è avviata alla fine con un romantico colpo di testa, ovvero l’esibizione di super Armstong in versione solo chitarra acustica, e ha tagliato il traguardo della chiusura collettiva con una intensissima versione di “Jesus of Suburbia”.
Insomma, un’ultima tappa quasi rivoluzionaria, quella meneghina (dopo Torino, Firenze e Bologna) del mini “Revolution Radio Tour” dei Green Day. Che torneranno in Italia l’estate prossima con due concerti in programma a “I Days Milano” e a “Lucca Summer Festival”.