28 APRILE ’13, BANGALORE (INDIA) – E’ venuta a mancare all’età di 83 anni, Shakuntala Devi, famosa per l”incredibile capacità di elaborare calcoli matematici difficilissimi, dimostrata per tutta la vita al circo, in televisione, in radio, circondata dallo scetticismo e dalla meraviglia di matematici che tentavano di incastrarla con problemi irrisolvibili, di cui però erano loro stessi a sbagliare il risultato, vincitrice di sfide contro i più sofisticati computer.
Nella sua vita, Shakuntala Devi ha anche creato una fondazione che porta il suo nome e che si occupa di fornire un’istruzione ai figli delle famiglie più povere.
Nacque il 4 novembre 1929 da una famiglia di bramini (la casta sacerdotale hindu). A soli tre anni la piccola Shakuntala iniziò a mostrare una sorprendente abilità mnemonica per quanto riguardava i numeri. Suo padre, che aveva rifiutato la carriera sacerdotale, preferendo andare a lavorare in un circo come trapezista e uomo-cannone, intuì che il talento della figlia era fuori dalla norma e la coinvolse immediatamente nella sua attività circense. Per capire quanto prodigiose erano le sue abilità, non basta ricordare che a tre anni risolveva problemi di livello universitario, che a sei ricevette un master’s degree in matematica presso l’Università di Mysore e che a otto raggiunse il dottorato sempre in matematica all’Annamalai University, ma bisogna anche dire che la bambina computer non fu mai seguita da insegnanti e che il suo talento era del tutto innato. Infatti, non frequentò mai la scuola, perchè, come disse lei in un’intervista, “a 10 anni venni ammessa alla prima classe del Convento di S.Teresa a Chamarajpet, ma i miei genitori non potevano permettersi la retta mensile di 2 rupie, così dopo tre mesi venni sbattuta fuori”. Così, continuò ad esibirsi al circo e nelle strade, alternando quest’attività allo svolgimento di test universitari e a partecipazioni a trasmissioni radiofoniche di tutto il mondo: “Ero diventata l’unica fonte di sostentamento per la mia famiglia e questa è una grossa responsabilità per una bambina”.
Negli anni Cinquanta Shakuntala Devi fece una vera e propria tournè europea, nel corso della quale mostrò tutto il proprio talento arrivando persino in due casi a correggere coloro che la esaminavano. Avvenne nel corso di due esibizioni (una alla Bbc e l’altra all’Università di Roma) al termine delle quali vennero contestati degli errori di calcolo alla ragazza indiana che però dimostrò che a sbagliare erano stati i matematici che avevano approntato i problemi. Il soprannome di Computer Umano le derivò da un’altra dimostrazione, tenutasi nel 1977 presso la Southern Methodist University di Dallas, durante la quale calcolò la radice ventitreesima di un numero composto da 201 cifre in soli 50 secondi, 10 in meno rispetto a quelli utilizzati da un computer Univac. Nel 1980, un’altra straordinaria prestazione la fece entrare nel Guinnes Book of World Records: all’Imperial College di Londra, riuscì a moltiplicare due numeri di 13 cifre scelti casualmente da un computer in 28 secondi. I numeri erano 7.686.369.774.870 e 2.465.099.745.779 e il chilometrico risultato 18.947.668.177.995.426.462.773.730 venne calcolato in 28 secondi, nei quali è da comprendere anche il tempo utilizzato da Shakuntala per leggere interamente il risultato della moltiplicazione.
Shakuntala era anche astrologa, autrice di libri di cucina e romanziera ed aveva un’enorme capacità di calcolo dei giorni e delle date, caratteristica comune alle persone affette da autismo: era sufficiente dirle una data del XX secolo per ottenere immediatamente la risposta di quale giorno della settimana si trattasse. Tuttavia, è errato immaginare la Signora Devi come una persona chiusa in se stessa, inaccessibile nel suo mondo. poichè era attenta, estroversa, affabile e loquace. Secondo Arthur R.Jensen, studioso di intelligenza umana della University of California – Berkeley, “la manipolazione dei numeri sembrava un linguaggio innato in Shakuntala Devi, mentre per la maggior parte di noi il calcolo aritmetico è una sorta di lingua straniera appresa a scuola”.
MOSE’ TINTI